Scout e terremoto: diario del 10 giugno

TERREMOTO: DIARIO 10 giugno 2012
(a cura dell’inc. Comunicazione Agesci Emilia Romagna)

Di seguito il racconto di Paola, responsabile regionale Agesci Emilia Romagna, che è tornata di nuovo sui luoghi del terremoto, per ritrovare agli amici e per testimoniare la vicinanza di tutta la regione ai fratelli scout colpiti dal sisma e a quelli impegnati negli aiuti.

“Paola dove sei?”. “Sono a casa Davide. Dove ci incontriamo?”. “Ti aspetto al COC di Finale Emilia”.
E così mi metto in macchina e via, verso l’ennesimo viaggio verso il terremoto, verso le case distrutte, verso i volti di tante persone che non aspettano altro che incontrare gli scout. Eh già: siamo proprio richiesti, forse perché mentre lavoriamo siamo vicini alle persone, ascoltiamo le loro storie e partecipiamo alle sofferenze e alle piccole gioie. Mentre mi dirigo a Finale, penso ai miei amici scout, che cerco di incontrare una volta alla settimana: abitando a Modena è più facile raggiungerli. Sempre sono accolta con un sorriso, con un forte abbraccio e quasi con le lacrime agli occhi domando: “Come stai? I ragazzi? Gli altri capi?”. La voglia di rendermi utile mi porta a volte a porre domande stupide, ma del tutto normali in “tempo di pace” e penso che sia questo quello che desiderano le persone colpite: tornare alla quotidianità, che sia il lavoro o la scuola, l’allenamento di calcio o il centro estivo, il pranzo in famiglia nella propria casa o una gita fuori porta. E’ stato bello ed insieme strano essere invitata a cena da Gianni e sua moglie Giovanna, capi di san Felice ospiti nella tendopoli gestita dalla Colonna Mobile del Veneto: mi sono sentita davvero a casa loro, nonostante fossimo sotto una tensostruttura, comune a tante persone. Abbiamo parlato sì del terremoto, dello spavento che loro hanno provato in grande, mentre io in piccolo, ma abbiamo anche discusso di campi estivi, di lavoro, di vacanze, di scout. Il vero terremoto, secondo Gianni, ci sarà quando tutto sarà finito, quando la Protezione Civile si ritirerà e la gente rimarrà sola, con le macerie della propria casa e del proprio paese sotto gli occhi: allora ci sarà molto bisogno degli scout, del nostro modo di approcciarsi alle persone, grandi o piccole che siano, nel pieno rispetto della sensibilità altrui. Questa frase mi ha fatto riflettere sulla dicotomia del nostro servizio: ci avviciniamo alle persone in modo semplice, magari con un sorriso, una stretta di mano, una parola di conforto o di sprone, eppure l’effetto del nostro agire è sempre positivo, grande, coinvolgente. Ed il bello è che arrossiamo tutti quando ci ringraziano!
Arrivata a Finale, incontro Davide, Incaricato PC regionale, e Valerio, capo scout della pattuglia PC di Ravenna-Faenza. La situazione qui è tranquilla: la tendopoli vicino al centro sportivo è grande ed ospita gli uffici comunali e quelli della Polizia Municipale. Tutti si chiamano per nome, “ospiti” o volontari che siano, si danno pacche sulle spalle, si aiutano vicendevolmente e l’amico di uno è l’amico di tutti. Io personalmente sono stata presentata al responsabile amministrativo del COC, che subito mi ha chiesto altri capi scout da inviare a Cavezzo, al Comandante della Polizia e al Sindaco. Ecco, l’incontro con quest’uomo mi ha segnato. Io l’ho visto per la prima volta sabato 26 maggio durante la Veglia di Pentecoste diocesana svoltasi proprio a Finale: nel suo intervento ho colto tanta voglia di ripartire, di rimboccarsi le maniche per non soccombere sotto la depressione o sotto i tanti problemi di ordine pubblico che affronta quotidianamente. “Emanava” energia allo stato puro e la sua forza di volontà ha toccato i cuori di tutti. Ed anche ieri la sua stretta di mano è stata forte, nonostante fosse stanco, e mi ha detto che non mollerà. “Come noi scout non molleremo”, gli ho risposto. Questa promessa è confermata oggi dai capi che fanno servizio nel magazzino di generi alimentari e vestiario voluto e gestito da noi scout. E’ enorme, pallet ovunque e 6 volontari che lo stanno organizzando nel modo migliore possibile, per catalogare la merce in arrivo e gestire la consegna agli utenti. Appena io e Valerio entriamo, veniamo investiti dalle idee che questi capi hanno per migliorare il servizio di chi verrà dopo. Qualcuno parla di una gestione del magazzino tramite excel, qualcun altro invece di come adibire uno spazio dello stesso a luogo di ritiro della merce, o come chiudere una porta per evitare atti di sciacallaggio. Mamma mia, che entusiasmo nonostante tutti siano ormai alla fine della loro settimana di servizio. In fondo è un po’ come ai campi estivi: negli ultimi giorni la stanchezza si fa sentire, ma la voglia di continuare a stare insieme supera tutto.
Come sempre ringrazio chi ho incontrato, mi sento in dovere di farlo; e sono orgogliosa dei “miei” capi scout. Nelle tendopoli che ho visitato, oppure in giro per Cavezzo insieme a Raffaella (IRO regionale). Ho incontrato uomini e donne pronte a ripartire, pronte ad affrontare questa difficoltà a viso aperto e fiero. Questo è l’importante: non bisogna demoralizzarsi, ma lottare per la propria casa, la propria famiglia, il proprio lavoro. E noi saremo al vostro fianco, adesso sotto i riflettori accesi dei media, ma certamente anche dopo, quando il silenzio cadrà sulla bassa modenese. (Paola Nocilli, Responsabile regionale Agesci Emilia Romagna)

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