Scout e terremoto: diario del 22 luglio

TERREMOTO: DIARIO 22 luglio 2012
(a cura dell’inc. Comunicazione Agesci Emilia Romagna)

Una delle soddisfazioni più grandi che si hanno nel servizio nelle tendopoli  è quando si riesce a coinvolgere e responsabilizzare gli ospiti in attività del campo. È un passaggio molto importante perché in questo modo si riesce a dare un senso di utilità alle persone costrette nelle tendopoli, che sperimentano una sensazione di impotenza di fronte agli eventi del sisma e rassegnazione riguardo al futuro.
Di fronte alla tragedia ci si sente atterriti e in balia degli eventi, si perde il senso di protagonismo della propria vita ed è invece importante ritrovare i giusti equilibri anche a partire dalla piccole cose come la partecipazione.
In diversi hanno conosciuto Fatima, ospite del campo Friuli 1 a Mirandola, che con la sua persona e i suoi scritti ha saputo coinvolgere ed emozionare.
Di seguito riporto un suo brano, scritto alcune settimane fa.

INDIMENTICABILI
A quasi un mese dalla tragedia, l’emergenza continua: quintali di scatolette, biscotti, indumenti, spazzolini, coperte… e soprattutto volontari di tutte le regioni con grande cuore che arrivano e vengono distribuiti ai “terremotati”.
Sapere che c’è qualcuno che ti sta vicino e si prende cura di te nel suo piccolo, non fa altro che farti piacere, però con il passare dei giorni la mente inizia a focalizzare ciò che vivi: ti rendi conto che non è il tuo quotidiano e soprattutto inizi a capire che il problema non è solo il pranzo e la cena di questi giorni.
La tua vita esiste comunque, continua a scorrere anche se tu per un po’ non riesci a stargli dietro, sei terremotato. Ma poi la realtà ti chiederà il conto: devi essere un cittadino e allo stesso tempo fare fronte ad una situazione straordinaria come la nostra.
Ricordo quello che mi disse il vigile del fuoco quando mi accompagnò a casa per la prima volta dopo il mostruoso dramma, giusto per recuperare quel poco o niente di quello che mi è rimasto: “Prendi quel paio di ciabatte, sicuramente di serviranno”, oppure “Sicuro che non vuoi portare quel portafoto che è ancora salvo?…” Loro, che hanno alle spalle una lunga esperienza, sanno esattamente che poi quegli oggetti ti mancheranno, subito non dai peso alle loro parole; ma poi quando il tempo inizia a passare capisci che avevano ragione, perché il terremoto non dura solo una o due scosse, o le ore subito dopo, mentre si scava tra le macerie, quando scorrono le prime pagine di gente terrorizzata che dorme in auto o che vive nelle tendopoli.
Dopo alcuni giorni, anche se le scosse hanno “distrutto” una regione come la nostra amata Emilia, e il terremoto non è più in prima pagina; la notizia non c’è più,  c’è solo da rimettersi in piedi e avere molta speranza e tanta fiducia in se stessi.
Purtroppo questa onda emotiva, adrenalinica, rilasciata dalla scossa, non coinvolge solo i terremotati ma coinvolge anche i soccorritori e i volontari che ci danno il cuore e l’anima. Poi con il tempo sicuramente si “normalizzerà” e ci sarà sempre più posto tra qualche mese per partire, scrivere ciò che abbiamo vissuto e passato, ricordare, testimoniare e, perché no, aiutare sempre il prossimo.
(di Fatima Zahra, Tenda 72 Campo Friuli 1)

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