Il viaggio oltre l’ombra della Ghirlandina continua: Sorbara 1, Soliera 1 e Bomporto 1

Dopo una settimana di pausa in occasione delle nostre route, dei nostri campi estivi e delle nostre VdB/C, riprendiamo il racconto sui gruppi scout del nostro territorio in vista della grande festa del Centenario. Nell’ultimo articolo abbiamo raccontato la storia di tre belle realtà della Pedemontana; piccole, ma coraggiose comunità del nostro vasto territorio. Oggi invece ci spostiamo a Nord della provincia di Modena, sempre “oltre l’ombra della Ghirlandina”, per parlare delle tradizioni, della storia e dello scouting di tre gruppi della Bassa: il Sorbara 1, il Soliera 1 ed il Bomporto 1. 

Il territorio della Bassa rappresenta una parte molto consistente del movimento scout della nostra provincia. Tra le realtà più floride c’è per esempio la comunità del Sorbara 1. “Il nostro gruppo nasce il 10 ottobre del 1982”, ci ha detto Laura Lodi, capo del Sorbara 1. “Don Antonio Manfredini infatti nei mesi precedenti alla fondazione trascorse un periodo di pellegrinaggio a Lourdes e chiese a Maria la grazia di un gruppo scout nella sua piccola parrocchia di campagna. Al ritorno dal pellegrinaggio 4 ragazzi, Pietro e Susanna, Alex e Betta si presentarono da Padre Manfredini chiedendo di poter iniziare le attività scout nel nostro paese, trovando grande sostegno dalle famiglie della nostra parrocchia. Ancora oggi infatti il nostro gruppo è fortemente legato alla vita parrocchiale e, nonostante gli alti e bassi, cerchiamo di educare, insieme alle altre realtà della parrocchia, i cittadini e cristiani di domani, pronti a servire per aiutare ed amare il prossimo. Essendo la nostra una piccola realtà di campagna, il nostro gruppo è molto legato agli aspetti più avventurosi e più “fisici” dello scouting: in particolare, l’esplorazione della natura circostante e la vita all’aperto sono la nostra passione. Preferiamo infatti uno scautismo più pratico, fatto da persone per persone, attivo sul territorio e pronto a spendersi per preservarlo.“

“Quest’anno abbiamo festeggiato 40 anni. Un festeggiamento semplice, ma molto intenso, in cui abbiamo invitato chi ha fatto parte del gruppo a rimettersi in gioco in una gara di cucina tra squadriglie storiche. Ammetto che sia stato divertente e commovente vedere “ex” ragazzi ormai cresciuti rimettersi in gioco con lo spirito e la competitività che avevano a 15 anni. La giornata si è poi conclusa con una cena e uno splendido fuoco di campo davanti alla sede, con le fiamme che parevano toccare il cielo e tutta Sorbara che sentiva cantare “del gran fuoco caldo e buon”. Il quarantesimo ci ha assorbito, e il centenario finora lo abbiamo un pò trascurato; ma siamo pronti a viverlo con attenzione e responsabilità a settembre, ricordando i tanti che hanno abbracciato come noi la vita scout. Non vediamo l’ora.”

Tra il centenario ed il nostro trentacinquennale, quest’anno per noi sarà davvero speciale”, ci ha raccontato Alessia Razzano, capogruppo del Soliera 1. “Siamo infatti nati nel 1987 con una prima unità formata da due piccoli reparti distinti: il reparto maschile “Leone alato” e quello femminile “Cassiopea”, gestiti e coordinati dalla prima Comunità Capi solierese. Dopo un primo periodo di assestamento, verso la fine degli anni ‘80 riuscimmo a fondare un piccolo branco e nel 1991, grazie al coraggio della nostra Co.Ca., anche il clan. I numeri crebbero molto nei primi anni ‘90, portando alla fondazione di un reparto unico “La Fenice”, creato sulle ceneri dei due precedenti reparti, diviso nuovamente tra il ‘93 ed il ‘94. Le sedi del nostro gruppo sono state molteplici, ma dal 2011 siamo ospitati nel centro della pastorale giovanile, che ha portato alla costituzione di uno stretto rapporto collaborativo con la parrocchia: il gruppo è vita per la nostra comunità parrocchiale e la nostra comunità parrocchiale è vita per il gruppo.”

“Siamo sempre stati una comunità particolare e pronta a mettersi alla prova. Questo nostro spirito di intraprendenza nel 2007 ci ha portato ad accettare la sfida della fondazione di una colonia di castorini, l’unica delle due zone modenesi, che tutt’ora fa parte del nostro gruppo. Riteniamo infatti che l’educazione dei nostri ragazzi debba partire fin dalla tenerissima età, indicandogli la strada della loro vita secondo i valori di B.-P. e del Signore. Vogliamo infatti essere un punto di riferimento importante per il nostro paese, uscendo sempre di più dai nostri confini parrocchiali, formando giovani cittadini pronti a rimboccarsi le maniche per prendere in mano il loro futuro e quello del loro territorio. Questo centenario sarà quindi per noi un momento importante di celebrazione, di ricordo, di festa di questo movimento che educa da ormai 100 anni nelle comunità della nostra terra e da più di 100 in tutto il mondo. Abbiamo da poco compiuto 35 anni e per ricordare questo momento le nostre branche hanno scritto una canzone del gruppo. In quattro strofe è difficile riassumere cosa significa per noi scautismo, ma a settembre lo potremo urlare alle mille voci, a duemila voci, a centomila voci.” 

“Correva l’anno 2000 quando a Bomporto sono iniziate le attività scout, mentre il primo censimento del gruppo risale al non lontano 2002”, ci ha raccontato Martina Bernabiti, capogruppo del Bomporto 1. “Prima della fondazione del gruppo è sempre stato difficile riuscire a dare forma a questa nuova realtà, di cui tanto si sentiva l’esigenza, pur essendo l’oratorio molto attivo e ricco di attività; ma poi, quando a Bomporto è arrivato un nuovo parroco, le cose sono state più semplici. La prima unità censita è stata il reparto, e poco dopo anche il branco. Durante le prime attività ci si trovava ancora senza uniforme, solo con il fazzolettone grigio e verde acqua, colori che ricordano la nebbia della campagna e le acque scure del Naviglio, e la giovane Comunità Capi di Bomporto era affiancata dalla Co.Ca. di Sorbara; questo tempo ha permesso ai primi capi di formarsi e acquisire una dimestichezza sempre maggiore con il metodo scout.”

“Oggi siamo un gruppo piccolo, e negli ultimi anni stiamo facendo molta fatica a “rimanere a galla”, ma il nostro obiettivo di Comunità Capi è quello di far diventare il gruppo scout un punto di riferimento per i ragazzi, per la parrocchia e per tutta la comunità di Bomporto. Quest’anno, ad esempio, con il Clan siamo riusciti a riaprire il bar dell’oratorio, che sta tornando ad essere un punto di aggregazione per tutti. Il Centenario, per ora, lo stiamo vivendo principalmente attraverso l’esperienza di due scolte del nostro Clan che con l’Agorà RS della nostra Zona stanno organizzando uno degli eventi previsti per venerdì 9 settembre… e non vediamo l’ora di esserci anche noi a festeggiare tutti insieme. Crediamo che sia una bellissima occasione d’incontro soprattutto per i ragazzi, e segno di appartenenza a qualcosa di più grande per tutti!”

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