Sono le quattro di pomeriggio di un giorno d’aprile, nel pieno di un periodo molto particolare. Decido di prendere una pausa dal monitor del PC, ormai son due ore che sistemo gli appunti dell’ultima lezione ascoltata. Do un classico sguardo al cellulare per vedere se c’è niente di nuovo e penso che potrebbe essere il momento giusto per fare la telefonata alla signora Luisa, non dovrebbe essere un brutto orario nel pieno pomeriggio.
Dunque vediamo se sono pronto: ecco il suo numero di telefono, mi tengo vicino i contatti utili del Comune e della Caritas nel caso ci fosse bisogno poi… inizio augurando “Buona Pasqua” e spero vada tutto bene, ma dopo tutto cosa potrà mai succedere di male?
E così con l’augurio di passare una “Buona Pasqua”, nonostante il periodo anomalo che stiamo vivendo, inizia il mio servizio nel progetto “Restiamo in con-tatto”. Il progetto è stato studiato dal Gruppo Pieve di Cento 1 insieme alla Caritas parrocchiale e al Parroco (che è anche il nostro A.E.), in contatto con il Comune. Viene attuato da volontari del gruppo scout (diversi scolte e rover maggiorenni e alcuni capi) e ha come destinatari persone che si trovano ad affrontare da sole questo momento di forte distanziamento sociale.
Vengono contattate persone, generalmente anziane, a cui ci presentiamo facendo gli auguri per la Pasqua imminente, chiedendo se va tutto bene e se magari c’è bisogno di qualche aiuto in particolare. Ogni volontario ha alcune persone da contattare e nel primo giro di chiamate, l’obiettivo è capire in quanti effettivamente rispondono positivamente alla chiamata e se hanno piacere di fare due chiacchiere anche nei giorni seguenti.
Quando c’è occasione si possono naturalmente scambiare da subito due chiacchiere in più; in ogni caso ci si conosce e si crea un rapporto, tessendo pian piano una nuova rete in cui ci si può sentire voluti bene e ascoltati. Questo è infatti l’intento del servizio: voler bene.
Si scopre ancora una volta l’importanza dell’aver cura dell’altro mettendosi in contatto, anche con una semplice telefonata, portando conforto e aiuto dove si capisce che può essere utile farlo, utilizzando semplici parole e mettendo a disposizione qualche minuto del proprio tempo. La speranza è anche di arrivare un giorno a incontrarsi di persona e parlare da vicino una volta che avremo superato questo momento.
Isacco Govoni – Pieve di Cento 1
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