TERREMOTO: DIARIO 13 GIUGNO 2012
(a cura dell’inc. Comunicazione Agesci Emilia Romagna)
Di seguito il racconto di Giovanni, responsabile regionale Agesci Emilia Romagna, che è andato sui luoghi del terremoto per testimoniare la vicinanza di tutta la regione ai fratelli scout colpiti dal sisma e a quelli impegnati negli aiuti, oltre che per verificare l’avviamento della nostra segreteria avanzata per la gestione dell’emergenza direttamente sui luoghi.
UNA GIORNATA DIVERSA
Lunedì mattina assieme a Davide, incaricato regionale PC ed alle due segretarie di via Rainaldi, avendo preso la giornata di ferie, mi sono recato nelle zone colpite dal terremoto sia per rendermi conto di persona della situazione e per raccontarla a chi ancora non è stato là, sia, per quanto possibile, per fare sentire un po’ più vicina la regione ai capi impegnati in questo faticoso, ma grande servizio.
Arriviamo a Finale Emilia e troviamo Valerio seduto davanti al pc nella segreteria Agesci, uno sfarzoso container dotato di scrivania, libreria e persino brandina per il riposo notturno. Valerio ci accoglie con vigorosa stretta di mano (ha la barba lunga ed è pure un tantino provato fisicamente, ha perso qualche chilo, ma è sul pezzo fin dal primo giorno) subito mi presenta l’Assessore Aiello, il sindaco oggi è fuori sede, le sue prime parole sono ringraziamenti per gli scout, perché ci siamo, perché siamo indispensabili, perché facciamo tanto per la popolazione, perché abbiamo esperienza in questi frangenti, perché abbiamo un sorriso ed una parola gentile per tutti. In una parola: ”Grazie per tutto quello che state facendo”. È quindi con vera gioia che rigiro i complimenti a tutti i capi che sono stati là e soprattutto che siano di sprone a tutti coloro che andranno nelle prossime settimane perché il bisogno è veramente grande. Mentre parliamo passano delle persone che chiedono: “dove trovo i vigili?” “in quale ufficio devo presentare questa domanda?” “dove trovo pannolini per il bambino” e per tutti c’è una risposta gentile e rassicurante, qualche volta le persone vengono persino accompagnate a destinazione, in breve tempo mi vengono presentate quasi tutte le persone “importanti” della piazza, il responsabile degli uffici comunali (situati in tre capannoni), il responsabile del campo/tendopoli, il responsabile della Protezione Civile, ecc. con Valerio si conoscono tutti, si danno del tu e lavorano in armonia, uno di loro mi confida che sta andando a fare due passi per sbollire il nervoso suscitato dalle troppe pretese di un cittadino pedante. Una considerazione che faccio è che ho l’impressione che ci prendiamo responsabilità anche per funzioni che non ci competono strettamente, sappiamo certamente essere flessibili. Alla segreteria del COC incontro due capo, una di Cesena ed una di Forlì, impegnatissime fra telefono che squilla incessantemente, pc e cartelline contenenti un’infinità di moduli.
Intanto al nostro container arrivano due persone in maglietta rossa, sono tecnici della telecom, chiamati ed inviati dal sindaco, per collegate la nostra segreteria con linea per telefono fisso, fax e WiFi, da domani saremo ancora più operativi!
Ci accompagnano a visitare il magazzino dove vengono depositate tutte le derrate che arrivano. Assistiamo in pochi minuti allo scarico di un camion di scatolette di tonno in svariati bancali. Una signora arriva con la sua macchina: ha portato 2 bottiglie di olio, una palla, diverse confezioni da mezzo kilo di pasta ed altre vettovaglie. Sia il molto che il poco che arriva viene catalogato ed accorpato per tipologia dai capi scout presenti, ce ne sono 5 al momento del nostro ingresso, ma ne arrivano altri 3 da Imola prima di pranzo, ogni bancale mostra un cartello che dichiara il contenuto: maionese, tonno, piselli, farina, ecc. È un lavoro lungo, ma che facilita sicuramente la distribuzione successiva quando pervengono le richieste. Quando qualcuno capisce che ruolo rivesto, mi chiede di fare presente ai capi della regione che qui c’è davvero bisogno, abbiamo messo in piedi dei servizi utili e sarebbe davvero uno smacco dover rinunciare dopo qualche settimana perché non abbiamo più le forze per portare avanti quello che abbiamo iniziato a fare.
Alle 13 ci invitano a pranzo, la mensa è in un campo da tennis coperto, la gente è in fila tranquilla e non c’è confusione, mentre avanzo con gli altri non posso fare a meno di notare che tutti gli addetti alla somministrazione dei cibi indossano regolare cuffietta e guanti a perdere (deformazione professionale) nel mio vassoio c’è un piatto di maccheroni con zucchine, un pezzo di coniglio arrosto con cipolla e patate e pure due kiwi (ma avrei avuto anche la possibilità di alternativa per ogni piatto); l’organizzazione molto efficiente mette a tavola ogni giorno 2.000 persone fra residenti e volontari. Subito dopo passa Paola (responsabile regionale Agesci Emilia Romagna) che ha portato regolare valigetta di pronto soccorso da tenere nella nostra segreteria. Ne approfittiamo per accordarci su alcune faccende regionali poi si parte per Mirandola. La distanza non sarebbe grande, ma per le infinite deviazioni si arriva dopo un pezzo. Nel viaggio si passa accanto a case gravemente danneggiate, alcune crollate, anche capannoni industriali parzialmente a terra, ho già visto queste immagini nei giornali ed alla tv, sono stato in passato in altre zone terremotate o sinistrate, ma per me sono sempre difficili da accettare. All’ingresso del municipio provvisorio di Mirandola mi indicano l’ufficio del COC (centro operativo comunale) dove c’è qualcuno di noi in servizio di supporto come segreteria, mi viene incontro un “ragazzo” con fazzolettone al collo e barba bianca che mi dice:” era ora che venissi a darmi il cambio, oggi è il mio ultimo giorno qui e ti devo dare le consegne”. Quando capisce che non sono quello che attende, rimane un attimo perplesso, poi sorride, mi racconta in cosa consiste il suo lavoro e mi indica dove posso trovare gli scout che fanno animazione nella tendopoli. L’uniforme che indosso finora mi ha permesso di accedere liberamente in ogni luogo, ma in questo campo la gestione è affidata alla colonna mobile del Friuli Venezia Giulia, veniamo giustamente fermati, identificati, ci trattengono la carta d’identità e ci forniscono regolamentare pass di accesso, ci indicano la zona destinata all’animazione, una verde tenda “montana” che spicca fra le centinaia di tende blu della protezione civile, impossibile sbagliare! Passiamo accanto ad una tenda adibita ad internet point, in quella accanto un barbiere sta accorciando i capelli ad un ragazzino, poi incontriamo un gruppetto in uniforme completa e fazzolettone arancio, sono capi della regione e capi del Friuli (arrivati con la colonna mobile) alcuni tengono per mano vivaci ragazzini extracomunitari, molto vivaci! Mi racconta Marco che lì fanno parte di un gruppo di lavoro assieme alla Responsabile Socio Sanitaria Sig.ra Gloria e la coordinatrice delle attività educative, alla mia domanda relativa alle loro necessità, risponde che servirebbero carte da gioco, dama e scacchi per tenere impegnati i ragazzini più grandi, mentre per i più piccoli, per ora, hanno tutta la cancelleria ed il materiale che serve. Si è fatto tardi e ripartiamo, ancora deviazioni, ancora case sventrate e tantissime tendine, roulotte, camper anche nei giardini e cortili di abitazioni apparentemente non danneggiate, è evidente che la popolazione ha ancora tanta paura; attraversando un paese, riconosco in un prato, davanti al cimitero, una tenda di squadriglia che ospita una famiglia. (Giovanni Milani)
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