Accogliere e includere persone con disabilità in Comunità capi è possibile se c’è l’impegno e la collaborazione di tutto il Gruppo e delle famiglie. Lo dimostra la straordinaria storia di Mattia, giovane affetto da autismo, nuova entrata nella Comunità capi del Forlimpopoli 1.
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Tornati dalla Route in Val di Fassa (8 giorni di zaino e tenda in spalla nelle cime delle Dolomiti dormendo a -5 gradi) la prima cosa che io e Vinci ci siamo detti è stata: “Che roba abbiamo fatto a proporre a Matti un contesto del genere!”.
Vincenzo (26 anni) è il capo clan del Forlimpopoli 1, educatore di professione in una comunità di disabili. Io sono Francesca (44 anni) capo fuoco e insegnante di scuola dell’infanzia. Questa però non è la nostra storia, ma quella del Gruppo scout Forlimpopoli 1, che circa 12 anni fa decise di accogliere, e non era la prima volta, la disabilità. A noi rimane la gratitudine di raccogliere i frutti di tanti capi e dei ragazzi che hanno camminato insieme a Mattia!
Questa è la storia di Mattia, un bambino con autismo, non verbale, che all’età di 8 anni viene inserito dalla famiglia nei lupetti. È una storia fatta di tentativi, di voglia di tendere la mano verso una famiglia che non ha mai avuto pretese, ma che si è affidata… a un metodo, a un’associazione, a un gruppo di persone non professioniste, che si è giocata, attraverso la relazione (a volte con un po’ di timore) trattando Mattia come tutti gli altri.
Perché spesso la disabilità ti porta a proporre percorsi esclusivi, che segnano ancora di più le differenze. Non c’è mai stato per Mattia un capo di sostegno, ma tutta la Comunità capi, che negli anni è cambiata, è sempre stata sensibilizzata ai traguardi e alle difficoltà attraverso quella che è la genialità dello scoutismo: la Progettazione! Il cercare di chiedersi sempre il senso di quello che si fa e di ciò che si propone, per Mattia e per tutti i ragazzi che ci vengono affidati.
Oggi Mattia ha 21 anni, ha preso la Partenza ed è entrato in Comunità capi, come “capo cambu”! Questo progetto era stato pensato per lui lo scorso anno quando era ancora rover, provando a farlo partecipare a tutte le cambuse delle altre unità ( L/C e E/G) e facendo svolgere anche a lui il “Servizio”, sfruttando il suo diploma dell’istituto alberghiero.
Può dunque un ragazzo autistico diventare capo scout? A Forlimpopoli ce lo siamo inventati così, facendo dei tentativi, sfruttando il nostro tempo e le competenze di tutte le persone che hanno camminato con Mattia in questi anni e chiedendo aiuto all’esterno quando non si avevano le forze.
“Mail vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri”. Mattia ci insegna tutti i giorni (capi, ragazzi che sono cresciuti con lui, genitori che hanno camminato con quelli di Mattia) il vero significato di questa frase. E i suoi lunghi silenzi, alternati alle sue risate nei momenti più insoliti, ci scaldano il cuore tutte le volte riportandoci alla gratitudine dell’inclusione.
Francesca, capo fuoco Gruppo Forlimpopoli 1
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