Servizio a Lourdes, l’esperienza del clan Aquile Randagie, Predappio 1

Da questa esperienza…”Mi porto a casa il contatto umano, le persone conosciute”; “Non mi aspettavo un arricchimento simile”; “Ho capito come leggere la mia fede”; “Mi porto a casa la consapevolezza”; “È stato molto toccante”; “È bello vedere tanta speranza”.

Questi sono solo alcuni dei commenti espressi dai nostri ragazzi del clan Aquile Randagie, Gruppo Predappio 1, al termine dell’esperienza di servizio vissuta a Lourdes quest’estate. Il clan, 19 ragazze e ragazzi, con 5 capi, ha deciso per quest’anno di spendersi nel servizio al prossimo, trascorrendo la settimana di route estiva al Santuario di Lourdes. Ci hanno accompagnato in questa avventura due Foulard Blanches forlivesi, che anche qui ringraziamo, Andrea Sampieri e Dario Gramellini, la cui esperienza e umanità sono state preziose nello scoprire a fondo la realtà di Lourdes e nel cogliere al meglio le opportunità di servizio.

Solitamente il momento della route estiva viene accolto con grande entuasiasmo dai rover e dalle scolte. Inizialmente, quando i ragazzi hanno preso in considerazione questa proposta, l’incertezza e il timore avevano preso il sopravvento tra di loro, ma a oggi siamo davvero soddisfatti dei riscontri che abbiamo letto nell’entusiasmo dei ragazzi.

Lourdes è un luogo di incontro, di ascolto, di crescita, di servizio, e per i ragazzi del clan che fanno del loro motto proprio il servizio, è un’esperienza a tutto tondo che permette a ognuno di essere utile al prossimo. Durante questa settimana il clan ha avuto modo di affiancare i pellegrinaggi di Unitalsi Campania e Unitalsi Triveneto, accogliendo e dando servizio agli ospiti che vivono questa esperienza con entuasiasmo e profonda fede. Oltre a questo alcuni ragazzi hanno avuto la possibilità di eseguire alcuni servizi d’ordine all’interno del santuario, e anche all’esterno, principalmente in stazione ferroviaria dove hanno accolto i pellegrini in arrivo col treno.

Preziosissimi, oltre alle esperienze di servizio, sono stati gli incontri fatti durante il pellegrinaggio. Primi fra tutti, gli incontri con gli ospiti e gli ammalati che si sono affidati a noi, che hanno trovato in noi conforto e che ci hanno dato più di quanto noi non abbiamo fatto con loro. Ancora, il confronto con il dottore Alessandro De Franciscis, presidente dell’ufficio delle guarigioni miracolose di Lourdes, o l’incaricato attuale all’hospitalitè del santuario Giovanni Masi, e anche i tre giovani frati Francesco, Matteo e Stefano che ci hanno dedicato tempo per un dialogo personale, bello e stimolante.

Per finire, volevamo riportare proprio le parole di Giovanni Masi, che così dicevano: “Sta a noi seminare, poi ci penserà qualcun altro dall’alto a innaffiare”. Quindi grazie a tutti quelli che in questa settimana ci hanno permesso di seminare qualcosa di prezioso nelle nostre vite, fiduciosi che dall’alto, qualcuno saprà quando e come fare germogliare questi semi.

Lo staff della branca R/S

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