100 anni di storia racchiusi in tre giornate, migliaia di rover, scolte, esploratori, guide, lupetti, coccinelle e capi, le due maggiori zone del nostro territorio unite per cantare, raccontare e celebrare il primo secolo del movimento scout a Modena, il nostro movimento, che da 10 decenni educa al servizio, alla cittadinanza attiva, al rispetto del mondo. Dopo mesi di preparativi ormai tutto questo, che forse qualche mese fa sembrava solo un lontano miraggio, sta diventando realtà; ormai è tempo di pochi giorni ed il centenario dello scautismo modenese andrà in scena. Con l’avvicinarsi frenetico del grande evento di settembre, però inizia a vedere la sua fine anche questa serie di articoli che vi accompagnano da mesi alla scoperta delle storie e delle tradizioni delle comunità che popolano le nostre zone. Abbiamo percorso insieme una strada, un ponte capace di connettere Finale Emilia a Pavullo, i gruppi cittadini con quelli della Bassa e della Pedemontana. Kilometri e Kilometri di racconti di vita vissuta, di campi, di fazzolettoni variopinti e di uniformi sgualcite piene di patacchini. In questo numero racconteremo infatti le ultime quattro comunità non ancora incontrate nei nostri articoli: il Modena 6, il Modena 8, il Modena 9 ed il Cognento 1.
Il primo gruppo di cui analizzeremo la storia, le tradizioni e lo scouting è il Modena 6, storica comunità della parrocchia di Santa Rita, trasferitasi da poco presso quella di Saliceta-S. Giuliano a Modena. Una grande comunità di periferia insomma, nata nei primi anni ‘80 come una costola del Modena 1, ma che nei decenni ha saputo costruire uno scautismo giovane, coraggioso ed attento alle dinamiche del territorio. “Siamo nati nel 1982 presso la parrocchia di Santa Rita da un piccolo gruppo di capi del Modena 1 di cui anch’io facevo parte” ci ha raccontato Andrea Zivieri, fondatore e capogruppo del Modena 6. ”Fummo infatti chiamati dal parroco di allora, don Ilario, che stava cercando di unire la proposta di fede della parrocchia con quella educativa delle attività ludiche giovanili nei quartieri operai e periferici tra San Paolo ed il Parco Amendola. Così nel 1982, io e Betty Manni fummo incaricati dalla Comunità Capi di formare il primo reparto (ora ne abbiamo due, Aldebaran Aries ed Aldebaran Gemini) del Modena 6, ancora legato a quello del Modena 1 da cui provenivamo. Fu aperto anche il Branco (poi cresciuto ed ora sono due) che d’intesa con la Parrocchia cura anche l’iniziazione cristiana di Lupetti e Lupette e li accompagna alla celebrazione dei Sacramenti. Seguì poi la formazione del Clan nel 1988 e nel 1989, quando fummo finalmente censiti come Modena 6. Fin dalla nostra formazione abbiamo cercato di educare i nostri ragazzi attraverso la valorizzazione di uno scautismo sociale ed attento al prossimo. Dall’accoglienza ai primi profughi albanesi negli anni ‘90 al Progetto Romania con Paolo Olivieri, fino alle più recenti route in Jugoslavia ed Albania, il Modena 6 ha sempre cercato di servire e di aiutare, superando anche i confini della nostra parrocchia.”
“Siamo anche un gruppo molto attento alla crisi climatica (potremmo definirci “green”) e negli anni ci siamo battuti per il referendum per l’acqua pubblica potabile ed abbiamo riadattato una vecchia cava di argilla poco fuori San Damaso a Base scout “La Buca”, trasformandola in una risorsa essenziale per il nostro gruppo e non solo. Siamo una comunità giovane che guarda al futuro, attenta alla vita di clan. Cercheremo infatti di vivere questo centenario in una maniera semplice, ma attiva, in cui lo scautismo viene applicato più nei suoi contenuti che nelle sue formalità. Il nostro gruppo è nato 40 anni fa, nell’anno del sessantesimo compleanno del nostro movimento. La nostra storia è quindi legata in maniera indissolubile a queste celebrazioni ed anche quest’anno il Modena 6 sarà presente per dire la sua, per sposare uno scautismo attento al passato ed aperto alle sfide del domani”
Un’altra importante comunità cittadina, a pochi passi dalle sedi del Modena 6, è il Modena 8, giovane unità modenese, ma che, grazie al coraggio dei suoi fondatori, è riuscita a diventare uno dei gruppi più attivi del nostro territorio. “Il progetto di un gruppo scout nella Parrocchia di San Paolo nasce nei primi anni ’90” ci ha detto Carolina Bondi, capogruppo del Modena 8. “L’esigenza specifica era quella di una riorganizzazione delle esperienze giovanili in un territorio potenzialmente ricco e pieno di giovani famiglie, ma non rispondente alle richieste e ai bisogni educativi che scaturivano dalle attività proposte dalla parrocchia stessa, e questo portò ad una ricerca educativa e metodologica importante, culminata con la decisione di aprire un gruppo scout. La verifica di alcune possibilità e l’avvio del progetto concreto avvenne a opera di P. Pierluigi Cabri, dehoniano, che da alcuni anni prestava il suo servizio pastorale a San Paolo. I contatti si orientarono presto verso il Modena 1, presente nella parrocchia di San Faustino, il quale si trovava nelle condizioni di una nuova espansione (dopo la nascita del Modena 6 di Santa Rita), avendo al suo attivo due branchi e due reparti. Iniziò così la partecipazione in Co.Ca. a San Faustino di alcuni giovani di San Paolo che progressivamente appresero lo stile e la mentalità scout, acquisendo il metodo e i principi fondamentali della proposta educativa. Si decise quindi in tempi brevi, notando il successo di queste prime esperienze a San Faustino, di aprire un noviziato/clan a San Paolo con l’aiuto di Stefano Guidetti e di Claudia Canepone, primi capi presenti nella nostra parrocchia, provenienti dal Modena 1. Nel 1995 avvenne dunque il trasferimento del branco Seeonee e del reparto Pegaso nei locali del sottochiesa di San Paolo; nel 1998 si separò poi il clan del Modena 1, Camilo Torres, e nacque una nuova unità R/S che, in concomitanza con il grande Giubileo del 2000, prese il nome di Clan Jobel. La comunità capi, ancora unica, continuò nel frattempo a lavorare e a collaborare fino al 2000, anno in cui, seppur formalmente ancora unite, le due Co.Ca. iniziarono a trovarsi separatamente, ed il 15 dicembre 2002 nacque ufficialmente il gruppo Modena 8. Nel corso degli anni la nostra comunità, seppur così giovane, è cresciuta moltissimo, grazie all’aiuto dei capi che hanno reso possibile la prosecuzione del progetto, arrivando a censire, ad oggi, quasi 140 soci. Il gruppo si è dimostrato sempre aperto a tutti accogliendo sia ragazzi del quartiere che di altre zone della città e provincia, e la nostra offerta educativa si è focalizzata sempre nel cercare di unire la passione nel fare esperienza e la felicità di stare insieme, di portare avanti amicizie e approfondire le relazioni tra i ragazzi. Il gruppo, ricordando i valori che vengono trasmessi dalla promessa e dalla legge, si è sempre dimostrato sensibile ai temi dell’accoglienza verso le persone più deboli e bisognose, avviando diversi progetti nell’ambito dei quali i ragazzi hanno “vissuto” le storie di fratelli più bisognosi e/o con disabilità. Attualmente, il Modena 8 risulta composto dal Branco “Waingunga”, dal Reparto “Pegaso”, dal Clan “Jobel” e da una comunità di 24 capi. Assistente Ecclesiastico del gruppo, dal 2020, è Don Giacomo Aprile, ordinato Vicario Parrocchiale della Parrocchia di San Paolo, unitamente a padre Pier Luigi che ci affianca nel nostro percorso fin dai primi passi. Come gruppo siamo orgogliosi di partecipare al centenario dello scautismo modenese, anche se rappresentiamo un gruppo relativamente recente: quelli di noi che erano presenti anche 20 anni fa in Piazza Grande, magari come lupetti o esploratori/guide, ricordano questa esperienza con tanta emozione”
Usciamo solo per un attimo dal territorio prettamente cittadino per dedicarci ad una realtà molto particolare della zona di Modena: il Cognento 1. Questa florida comunità, nata intorno ai primi anni ’90, risiede in una frazione di Modena, Cognento per l’appunto, a qualche chilometro dalla parrocchia di San Paolo del Modena 8, ma gode di una propria indipendenza organizzativa e logistica. “Il nostro gruppo nasce come un distaccamento del Sorbara 1 nella nostra parrocchia” ci ha raccontato Alice Bevini, capogruppo del Cognento 1. “Nel 1993 infatti si venne a creare un primo nucleo di rover e scolte appoggiati dall’esperienza di alcuni capi, Alessandro Cesari ed Elisabetta Fiorini in particolare, provenienti da Sorbara ed incoraggiati dall’allora parroco di Cognento, Don Franco Malagoli. Dopo un paio di anni di collaborazione tra i due gruppi, in cui la Co.Ca. di Sorbara si impegnò per creare l’ossatura delle nostre unità, formando i nostri ragazzi secondo i valori proposti dal metodo, si arrivò alla creazione del gruppo nell’anno associativo 1994/95. Durante gli anni poi, quella piccola e giovane comunità di ragazzi cognentesi ha saputo espandersi, portando alla creazione di un gruppo grande ed organizzato che, 6 anni fa, ha raccolto la sfida di generare nella parrocchia di Gesù Redentore il Modena 9. La nostra comunità, fin dai primissimi anni, ha sempre cercato di vivere a strettissimo contatto con la vita parrocchiale, inserendosi sempre di più nel tessuto sociale della piccola, ma viva comunità cognentese. Abbiamo infatti sempre cercato di essere un punto di riferimento ed un vanto per la nostra cittadinanza, impegnandoci nella serrata formazione di scout e cittadini responsabili ed attenti. Il gruppo, purtroppo, è infatti rimasta ormai l’unica realtà del quartiere ancora capace di attrarre giovani in un percorso educativo e di crescita che li porti all’età adulta, e che non sia solo ristretto alla pura catechesi parrocchiale o alle attività sportive. Siamo infatti una comunità dinamica, pronta a servire e che ha deciso, come dice anche il nostro progetto educativo da poco redatto, di formare dei cittadini, dei buoni cristiani e degli uomini e delle donne della partenza capaci di farsi valere nella vita di tutti i giorni. Negli ultimi anni purtroppo, probabilmente anche a causa della pandemia, sentiamo che, soprattutto nei ragazzi più giovani, il fuoco che accende nei nostri cuori lo scautismo ogni giorno si sta in un qualche modo spegnendo. Speriamo infatti che questo grande evento possa essere un momento di cambiamento e che porti i nostri ragazzi a riscoprire le loro radici per guardare con coraggio al futuro. Come Co.Ca. ci siamo sempre impegnati per dare delle chiavi di lettura attendibili ai nostri giovani, spingendoli a vivere la vita con semplicità e rispetto. Festeggeremo questo centenario proprio in questa maniera, con semplicità e rispetto, apprezzando quel che siamo, quel che eravamo, quel che saremo: un grande famiglia scout”
Dopo aver raccontato la storia di tutti i gruppi del nostro territorio, siamo arrivati all’ultimo, alla più giovane comunità delle nostre Zone, l’ultima comunità creata a Modena: il Modena 9. “L’idea dietro al Modena 9 parte da lontano (dal 2008 circa), dal sogno di portare nella parrocchia di Gesù Redentore i valori dello scautismo” ci ha raccontato Claudia Cortesi, capogruppo del Modena 9. “La comunità parrocchiale riteneva importante infatti la presenza, all’interno del suo programma educativo, di un gruppo scout AGESCI, attraverso il quale, nel rispetto delle sue caratteristiche associative e metodologiche, sarebbe riuscita a svolgere a più ampio raggio la propria azione ludica e catechistica, coinvolgendo così un maggior numero possibile di bambini/e, ragazzi/e e giovani, quindi di famiglie. A raccogliere la sfida proposta da Gesù Redentore fu il gruppo scout “Cognento 1” che, vista la prossimità territoriale con la nuova parrocchia e la presenza al suo interno di diversi capi e ragazzi residenti in quelle zone, offrì la propria disponibilità a favorire la nascita del nuovo gruppo. Le attività iniziarono quindi intorno al 2010/ 2011 con la formazione di una piccola comunità di 7 ragazze e 2 ragazzi che formarono una sorta di noviziato, partecipando però alle attività del Clan Noldor del Cognento 1. Nel 2012 queste “sperimentazioni” proseguirono, portando ad una stretta collaborazione tra i due gruppi ed alla costituzione del primo fazzolettone del nuovo noviziato di Gesù Redentore: prima completamente blu e poi, creato da un gruppo di ragazze di Gesù Redentore, blu con le bande bianche e verdi del fazzolettone di Cognento. Tra il 2013 ed il 2014 il gruppo cambiò profondamente, arrivando a formare un branco (chiamato Waingunga) di 25 lupetti ed una Co.Ca. di giovani rover e scolte freschi di partenza dal Cognento. Nel 2015 poi si arriva alla svolta. A settembre di quell’anno infatti, in una riunione di Comunità Capi del Cognento 1 alla presenza dei Responsabili di Zona, venne dato il consenso a proseguire con la divisione della Comunità Capi e con la formazione del nuovo gruppo che assunse il nome di “Modena 9”. Negli anni a seguire abbiamo poi continuato con coraggio questo nostro cammino di servizio e di scautismo giovane e dinamico. Nel 2016 aprimmo infatti il nostro reparto (Hyperion), partecipando al San Giorgio di zona e nel 2020 è stata la volta del nuovo Clan (Waitomo), accrescendo anno dopo anno il numero degli associati nelle branche e nella Comunità Capi, al cui interno sono presenti capi formati a Cognento, ma anche da tanti altri gruppi cittadini e non. Siamo una comunità molto piccola, ma questo non è assolutamente un limite per noi, anzi. Le nostre ristrette dimensioni ci hanno permesso negli anni di creare una serie di rapporti strettissimi con i nostri ragazzi, seguendoli passo per passo in tutto il loro percorso di crescita dentro e fuori dal gruppo. Noi capi abbiamo sempre cercato di gestire le branche in maniera giocosa e divertente, coinvolgendo sempre i ragazzi e rendendoli il centro di ogni nostro progetto educativo. Puntiamo moltissimo per esempio sul senso di responsabilità dato dalle attività in squadriglia e dalla vita di Clan, per noi fondamentale. Siamo pochi, ma uniti da quei valori di amicizia, rispetto e comprensione che alimentano le nostre vite di scout e di uomini e donne immersi nella società. Il centenario ormai è alle porte ed ammetto che siamo davvero emozionati per questo grande evento. Sarà infatti il primo anniversario cittadino che festeggeremo come Modena 9. 10 anni fa non esistevamo, eravamo solo un sogno difficile, ma bellissimo ed oggi siamo un gruppo fatto e finito come gli altri. Non vediamo l’ora che sia il 9 di settembre”
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