Riprendiamo il racconto sui gruppi scout del nostro territorio in vista della grande festa del Centenario. Nell’ultimo articolo abbiamo raccontato la storia di tre belle realtà della bassa modenese. Oggi invece ci spostiamo di poco fuori dalla città, al confine tra Modena e Bologna, per parlare delle tradizioni, della storia e dello scouting di altri tre gruppi: il Nonantola 1, il Castelfranco Emilia 1 ed il Sant’Agata Bolognese 1.
Se partiamo da Modena e percorriamo la via Nonantolana arriviamo appunto a Nonantola. Qui, Mariachiara Bortolotti, attuale capogruppo (e figlia di uno dei fondatori del gruppo), ci racconta che il Nonantola 1 nasce nel 1980 per volere dell’allora cappellano, don Gianni Gilli, che aveva una forte attrazione per i movimenti dei giovani all’interno delle parrocchie. “Il movimento era così forte che a distanza di 40 anni i gruppi in parrocchia sono addirittura 2. Tornando al nostro Nonantola 1, nel 1980 nasce nell’oratorio, che allora si trovava alla Pieve, e viene censito nel 1985 in seguito a un lungo discernimento: nasce da alcuni ragazzi che già frequentavano la parrocchia, erano circa 7, tutti uomini tranne una sola donna: Rossella. I nostri valori, quelli originari, sono quelli che tuttora ci portiamo dentro e che testimoniamo con il nostro servizio: innanzitutto un forte riconoscimento e legame con l’Associazione, inoltre ci sentiamo radicati nel nostro paese, ci sentiamo in rapporto con il Creato e la natura, rapporto che viviamo nei nostri campi e nelle nostre route e che è delineato anche nel nostro PE. Come tutti i gruppi di paese siamo in rapporto con l’amministrazione comunale e con la consulta del volontariato. Quest’anno abbiamo fatto 40 anni e abbiamo festeggiato insieme con il campo di gruppo.”
“Il Nonantola 1 è un gruppo che ha saputo rimboccarsi le maniche e sporcarsi le mani quando c’era fisicamente bisogno: durante il terremoto e anche durante l’ultima alluvione; ma soprattutto abbiamo saputo vivere l’insegnamento di BP, quando afferma di vedere il sole splendere dietro le nuvole più nere perché”- come racconta Mariachiara – “le nostre attività non si sono fermate e abbiamo cercato di dare una continuità sia in questi momenti di difficoltà che durante la pandemia. Un aneddoto interessante è sui colori del fazzolettone del gruppo, colori essenziali – e Mariachiara lo dice ridendo – o meglio “casuali”, perché casuale fu solo la scelta. Quando fu censito il gruppo, infatti, delle persone che avevano un’industria tessile avevano un avanzo di questi due colori (il giallo e il verde) e con quell’ ”avanzo di stoffa” sono stati cuciti fazzolettoni fino al 2000. Ci sentiamo parte di questo centenario e siamo curiosi di prendere parte alle attività che verranno organizzate, sicuramente sarà bello ritrovarsi, festeggiare un traguardo così importante per la nostra città e per tutti noi”
Proseguiamo e attraversando strade di campagna ci spostiamo verso Bologna e arriviamo a Castelfranco Emilia. Abbiamo parlato con Anna Melotti, l’attuale capogruppo, che ci racconta che “il gruppo scout Castelfranco Emilia 1 nasce nel 1990-1991 col supporto del Modena 4. Un gruppo di lupetti di Castelfranco avevano dal 1989 iniziato a cacciare col branco del Modena 4, sostenuti dalle famiglie, disposte ad accompagnarli a Modena perché a Castelfranco non esistevano gruppi scout. Questo spinse 5 adulti a partecipare alle attività di Comunità Capi del Modena 4, e a realizzare il sogno di iniziare l’avventura scout anche nel nostro paese, col censimento del Reparto Mayflower nel 1991 e col supporto dell’allora cappellano Don Marco Pieri. Tra il 1990 e il 1995 siamo cresciuti fino ad aprire tutte le branche e oggi riusciamo a censire ogni anno più di 100 soci. Siamo sempre stati un gruppo molto vicino alla parrocchia e da sempre siamo ospitati presso il centro Virtus Don Roncagli, lo storico centro sportivo parrocchiale. Siamo un gruppo “di confine”, apparteniamo alla Zona Modena Pedemontana ma facciamo riferimento alla diocesi di Bologna; negli ultimi 5 anni abbiamo sempre più allargato l’orizzonte ai piccoli paesi e frazioni vicine a Castelfranco e accogliamo ragazzi da tutta la zona limitrofa (alcuni anche fuori provincia). I valori che cerchiamo di portare avanti sono il prendersi cura di sé e dell’altro, il dialogo, la speranza e la progettualità, la coerenza, l’impegno, l’interazione e il confronto, la responsabilità e la competenza, la testimonianza, la scelta, la cura per la comunità. Cerchiamo di proporre lo scautismo in tutte le preziose sfaccettature del metodo. Di certo, l’emergenza Covid ci ha portato a puntare ancora di più sulla vita all’aria aperta, sulle relazioni e sul fare rete nella nostra comunità. Una cosa che ha sempre contraddistinto il nostro gruppo è il servizio agli altri: diversi capi e ragazzi hanno dato sostegno e continuano ad essere a disposizione delle attività di Protezione Civile, che ci hanno visti portare aiuto sul Po nell’alluvione del 2000, a L’Aquila nel terremoto del 2009, nella bassa modenese nel sisma del 2012, l’emergenza freddo, l’emergenza neve in varie occasioni, fino agli aiuti dati alla popolazione durante l’emergenza Covid, in collaborazione col nostro Comune. Nel 2020 il gruppo ha festeggiato 30 anni di storia e di servizio, e nel 2021 abbiamo potuto festeggiare con il campo di gruppo.”
Come tutti i gruppi, anche il Castelfranco Emilia 1 si sta preparando per il centenario e queste sono le loro parole, cariche di entusiasmo e voglia di fare: “E’ stato molto emozionante per noi scoprire, nelle ricerche storiche partite con la preparazione del Centenario, che esattamente 100 anni fa, il 4 Luglio 1922, veniva censito il Reparto S. Donnino di Castelfranco (S. Donnino è il nostro patrono) e l’assistente Ecclesiastico era proprio Don Luigi Roncagli! Don Roncagli è stato per il nostro paese un sacerdote illuminato, vicino ai bambini e alle famiglie, tra le altre cose si è speso per sostenere l’asilo delle Suore Minime e ha costruito l’orfanotrofio per ospitare e proteggere i bambini in tempo di guerra. Essere nella sede a lui intitolata ci aiuta a tenere nel cuore l’attenzione per i bambini e i ragazzi del territorio! Parteciperemo con entusiasmo alle attività del Centenario, consapevoli che le nostre radici ci aiutano a guardare al futuro con coraggio. Siamo un gruppo grande, e vorremmo avere le risorse per accogliere sempre più ragazzi (le richieste non mancano), con tenacia troveremo anche ulteriori spazi per le nostre attività. Lo scautismo per noi è un’occasione preziosa per crescere come persone, cercare di rendere migliore la realtà in cui viviamo, con quella flessibilità e quella speranza che ha nel cuore chi cammina per essere un buon cristiano e un buon cittadino!”
Infine arriviamo a Sant’Agata Bolognese, e qui Elisabetta Guasina ci racconta del gruppo, “L’attività del Sant’Agata 1 inizia nei primi anni 90, grazie alla volontà di alcuni capi del Nonantola 1. Siamo un gruppo un po’ particolare perchè pur trovandoci in Provincia di Bologna, siamo censiti sotto la zona di Modena. Le prime promesse, che hanno ufficializzato l’apertura del gruppo, sono avvenute nell’ottobre del 1996. Da allora non ci siamo mai fermati, accogliamo ragazzi del nostro territorio, dei comuni limitrofi e altri territori: siamo una realtà apprezzata e conosciuta. Viviamo e abitiamo i luoghi della parrocchia che supportiamo anche con il servizio di alcuni rover e scolte durante l’anno. Durante quest’anno abbiamo intitolato un parco a Baden Powell, evento che ha coinvolto l’amministrazione comunale e anche le persone che sono state censite nel nostro gruppo negli anni passati: nel prendersi cura del parco, i lupetti e il reparto agiscono concretamente in rapporto con il creato. Oggi contiamo 55 censiti: la pandemia, come tutti, ci ha confinato per un periodo dietro lo schermo, ma questo non ci ha fermato e cerchiamo di essere propositivi e attivi. Viviamo facendo del nostro meglio, nonostante negli ultimi anni sia stato difficile censire tutte le unità, per mancanza di capi, nonostante questo viviamo a pieno nel nostro stile scout, pronti a servire, motto che diventa realtà con le azioni concrete nei campi di servizio fatti dal Clan: in Romania nel 2018 in una casa di accoglienza per per persone diversamente abili e anziani non autosufficienti o durante la pandemia con la Caritas diocesana di Bologna. Momenti vissuti con persone con vite differenti dalle nostre e con cui i ragazzi hanno potuto socializzare e concretizzare quell’Amore gratuito che il servizio sa tirar fuori e propagare al massimo”
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