Fazzolettoni e uniformi, campi estivi e route, cacce ed uscite; in cento anni di storia lo scautismo modenese è entrato nella routine di migliaia di ragazzi e ragazze, che hanno deciso di vivere la loro vita nel servizio e nella condivisione. Ormai la fine di luglio si avvicina ad ampie falcate e le comunità di tutto il nostro territorio, nel vivere i loro campi estivi, stanno iniziando a prepararsi al grande evento che tra poche settimane avrà luogo a Modena: il Centenario dello scautismo modenese. Tre giorni di concerti, attività e tanto altro ancora che riunirà gli scout modenesi in un momento di festa e pura celebrazione.
Alla grande manifestazione di settembre però non parteciperanno solamente i 9 gruppi cittadini; il territorio modenese è infatti un tripudio di unità e comunità nate e cresciute al di fuori dei confini comunali, oltre l’ombra della Ghirlandina. Oggi parleremo infatti di tre gruppi davvero importanti e particolari della Pedemontana. Tre floride comunità con la propria storia, le proprie tradizioni ed il proprio scouting, pronte a servire ed a partecipare attivamente al Centenario di settembre: il Castelnuovo Rangone 1, il Maranello 1 ed il Pavullo 1.
“Il nostro gruppo nasce nel 1982”, ci ha raccontato Irene Montanari, capogruppo del Castelnuovo Rangone 1. “Intorno al 1980/1981, infatti, alcuni genitori sentirono l’esigenza di trovare in paese una proposta per i ragazzi che non fosse puramente di stampo sportivo, ma che unisse al gioco un certo spessore educativo. La scelta ricadde quindi sull’idea di iniziare un percorso scout. La nostra comunità ha avuto infatti due “genitori”: il Vignola 1 ed il Sassuolo 1, che hanno permesso ai 7 capi fondatori di Castelnuovo di partecipare alle attività delle loro varie branche, introducendoli quindi al metodo ed alla sua applicazione. Il 26 giugno 1982, quindi, i primi sette capi fecero la loro Promessa davanti ai Responsabili di Zona, formando così la prima Co.Ca. con don Giuseppe Reggiani come AE del gruppo. Scelsero un fazzolettone blu, in tinta coi pantaloncini dell’uniforme, bordato dei due colori del gonfalone del comune, bianco e azzurro. A partire da quel giugno 1982 il gruppo è cresciuto sempre di più, conservando però la memoria di quei primi capi. Ogni lupetto e lupetta, esploratore e guida, rover e scolta che ha camminato con noi ha avuto la possibilità di crescere con l’aiuto e l’esempio di Gesù per scoprire i doni che ciascuno ha e impegnarsi a metterli a frutto nella propria vita. Siamo un gruppo non troppo grande ma vivace, che ha cercato in questi anni, anche con le difficoltà dettate dalla pandemia, di fare del proprio meglio per continuare ad offrire un cammino di crescita nei valori scout ai giovani della nostra comunità. Siamo infatti consapevoli di quanto le esperienze concrete di incontro e di condivisione siano importanti per le nostre ragazze e i nostri ragazzi affinché diventino protagonisti attivi del futuro e della loro vita. Inoltre, quest’anno festeggiamo i 40 anni di anniversario della fondazione del nostro gruppo e per vivere al meglio questo nostro anniversario, un traguardo molto importante per noi, tra le tante proposte abbiamo deciso di fare anche un’uscita di gruppo a Roma, in cui abbiamo partecipato all’Angelus di Papa Francesco: per festeggiare insieme, per renderci sempre testimoni per il mondo e per la pace.”
Un’altra importante realtà modenese della zona Pedemontana è il Maranello 1. Nato intorno alla metà degli anni ‘80, questa piccola comunità ha saputo portare avanti uno scautismo attivo e responsabile verso il proprio territorio. “Le prime squadriglie si formano a Maranello per iniziativa di Sergio Volpi attorno a metà degli anni 80, censite all’interno del Reparto del Gruppo di Castelnuovo Rangone.” Ci ha raccontato Celio Franchi, capogruppo del Maranello 1. “Per diversi anni le attività vennero svolte insieme al reparto di Castelnuovo, in particolare i campi estivi, fino alla fine degli anni ‘80, periodo in cui le nostre unità cercarono di trovare una propria indipendenza senza però riuscire a staccarsi completamente da Castelnuovo. Poco dopo infatti, a causa della grave mancanza di capi, venne chiuso il Reparto e i “superstiti” formarono un Noviziato/Clan che, sebbene fosse stato sempre censito sotto Castelnuovo, sperimentò una certa autonomia nei primi anni ‘90, grazie alla tenacia ed all’intraprendenza di Sergio Volpi. Finalmente quindi, dopo anni incerti, nel 1997 venne censito il gruppo Maranello 1. Come colore del fazzolettone, venne scelto il verde con 2 bande gialle, riprendendo quindi le tinte delle nostre origini, i colori di Castelnuovo, ma in una chiave diversa e personale. Nel 2002, ancora purtroppo per carenza di capi, si tornò sotto Castelnuovo Rangone, lasciando a Maranello solamente il branco. Negli anni successivi, a poco a poco, si riformò una Comunità Capi stabile a Maranello, grazie a tanti genitori che accettarono di entrare nel gioco dello scoutismo e ad alcuni capi provenienti dai gruppi di Vignola e Sassuolo, portando nel 2007 alla rifondazione delle 3 unità: Branco della Palude, Reparto Alpha Centauri e Clan-Destino, del gruppo Maranello 1.
Nel 2015 è stato festeggiato il trentennale del gruppo, scegliendo come periodo di origine il 1985, anno in cui furono pronunciatele prime promesse scout a Maranello.
Oggi la nostra Co.Ca, è formata prevalentemente da capi giovani, supportati da alcuni capi “più esperti” (tra i quali ancora Sergio Volpi). La maggior parte ha percorso l’intero cammino scout nel gruppo di Maranello, sposando appieno i nostri valori educativi. Oggi il gruppo è cresciuto e sta sperimentando un periodo importante di ripresa dopo il Covid. Vivremo il centenario infatti con l’idea di ricordare uno scautismo tenace, intelligente e pronto a ripartire dai suoi errori e dalle sue difficoltà. Siamo un gruppo dalla storia complessa, ma abbiamo voglia di impegnarci per portare avanti quei valori che per cento anni hanno guidato le comunità del nostro territorio.”
Lo scautismo modenese è un mondo variegato e complesso, che parte da Finale Emilia e percorre tutta la pianura fino agli Appennini. Negli anni infatti sono nate decine e decine di comunità sparse per tutto il territorio provinciale e pensare alla scautismo modenese come un fenomeno legato solo alle zone cittadine, della bassa e della pedemontana è riduttivo; c’è chi fa scautismo da anni anche in montagna ed il Pavullo 1 ne è un rappresentante. “Siamo nati nel 1982 anche se le nostre radici sono ben più antiche e risalgono agli anni ‘20.” Ci ha detto Marzia Mislei, capogruppo del Pavullo 1. “Secondo le nostre fonti infatti le prime unità pavullesi si formarono poco dopo la prima guerra mondiale e furono poi purtroppo soppresse, come tutte le comunità scout italiane, dal fascismo. La rinascita del nostro gruppo però risale circa al 1976 quando alcuni giovani capi pavullesi parteciparono alle attività del Modena 2, apprendendo sul campo il metodo educativo scout. Il coraggio di questi pochi primi rover fu fondamentale per noi e portò ad un processo di consolidamento del gruppo nella parrocchia di Pavullo, grazie al prezioso aiuto di don Romeo Venturelli, che supportò il progetto, coinvolgendo anche Sestola per qualche anno. Siamo una comunità piuttosto particolare, la più montanara del territorio modenese e ne andiamo molto fieri. Questa nostra lontananza però dagli altri gruppi della nostra Zona e da quelli cittadini ha reso difficile la comunicazione e per questo siamo da sempre molto disponibili ad incontrare e ricevere scout da ogni gruppo del nostro territorio. Quest’anno abbiamo celebrato i primi quarant’anni della nostra storia con una festa davvero particolare: una sorta di notte degli Oscar tra i ragazzi delle varie branche. La nostra volontà è quella di vivere il Centenario con questo stesso spirito di partecipazione e comunità. Abbiamo voglia di dare un segnale forte della nostra presenza e sentirci ancora più parte della grande famiglia scout di cui siamo membri e che ci ha sempre accolto con gentilezza. Siamo pronti a fare la nostra parte, a costruire relazioni profonde e durature, a proteggere la natura, a portare avanti il messaggio di pace di Nostro Signore ed a vivere la nostra vita con il fazzolettone al collo.”
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