Le “strade di coraggio” dei tre gruppi cittadini della Pedemontana

100 anni, 10 decenni di scautismo sotto la Ghirlandina. Un secolo di servizio, fede e comunità in cammino su strade ripide e scoscese, ma sempre pronte a farsi in quattro per chi gli sta accanto. Tra il 9 e l’11 di settembre si celebrerà infatti il centenario dello scautismo modenese ed in queste ultime settimane abbiamo iniziato una serie di articoli mirati a raccontare le comunità che compongono la nostra grande famiglia scout. Una famiglia che per due anni ha vissuto a distanza a causa del Covid, che ha lottato, che ha superato le difficoltà del terremoto, unita e compatta sotto quei valori che condiscono le nostre vite. 

Dopo esserci spostati in provincia con gli ultimi articoli, analizzando la storia di tre gruppi della bassa e tre gruppi della Pedemontana, oggi parliamo di 3 importanti comunità cittadine modenesi: il Modena 4, il Modena 5 ed il Modena 7. Nato presso la parrocchia di San Lazzaro su iniziativa di alcuni capi ed ex-capi del Modena 1, che si erano spostati in queste zone, e del padre Dehoniano Giuliano Stenico, il Modena 5 rappresenta una delle realtà scout più grandi e radicate sul territorio della provincia di Modena. Un gruppo quindi che vanta una storia ormai quarantennale e che ha vissuto nei decenni una crescita davvero importante nel numero dei suoi tesserati. “L’idea di formare il nostro gruppo nasce nel 1983 e si è concretizzata nel 1984”, ci ha raccontato Daniele Tamburini, capogruppo del Modena 5 dal 2018. “Siamo partiti come una piccola, ma florida realtà in una zona semi popolare a metà tra Modena Est, la via Emilia e le zone più periferiche del centro, diventando poi un gruppo di grandi dimensioni. Gli associati dell’ultimo anno sono infatti circa 195, distribuiti in due branchi, un reparto di 60 persone, un noviziato ed un clan di 35 ed una Co.Ca. di circa 26 iscritti. Ci riteniamo quindi una realtà importante dello scautismo modenese che, grazie ai suoi grandi numeri, riesce ad impegnarsi costantemente per la comunità, rispettando i valori della Promessa scout nella vita di tutti i giorni. Pensiamo di essere infatti un gruppo che fa dell’inclusività uno dei suoi valori fondanti, accettando chiunque ci chieda di entrare nelle nostre branche, senza nessun tipo di distinzione. I nostri ragazzi non provengono quindi solo dalle zone limitrofe alla nostra parrocchia, ma anche da altri quartieri, arricchendo la nostra comunità nelle maniere più varie. Negli ultimi anni, per migliorare l’offerta educativa del nostro gruppo, abbiamo inoltre iniziato un processo di formazione molto specifico per i nuovi membri della Comunità Capi. Riteniamo infatti che il potere dell’educatore stia certamente nell’esperienza sul campo, ma anche nello studio e nell’apprendimento dei metodi educativi. Come gruppo, ed io in primis, sentiamo molto il Centenario. Ho vissuto la vita scout modenese in maniera sempre attiva ed attenta, dal 1983 fino al 2003, per poi ricominciare nel 2018. Sono stato scout una volta e lo sarò per sempre, il Centenario sarà qualcosa di unico”.

Campo di Reparto del Modena 5 – 2016

Oltre al numeroso Modena 5, tra i gruppi cittadini della Zona Modena Pedemontana spunta un’importante realtà modenese: il Modena 4. Nato su intuizione del fisico e capo scout forlivese, Sergio Valeri, arrivato a Modena per insegnare nella nostra Università, insieme a Piera Ferrarini, nei quartieri circostanti viale Gramsci, il Modena 4 si è sempre fatto portatore di uno scautismo sociale ed attento agli ultimi. Tra il 1978 ed il 1979, anno in cui viene per la prima volta censito come gruppo scout, il Modena 4 inizia a radicarsi, in un primo momento solo come un doposcuola per i bambini del quartiere nelle zone difficili e periferiche della Sacca e di Viale Gramsci, non legandosi a nessuna parrocchia nello specifico. “Siamo sempre stati un gruppo particolare, formato da persone che provengono da quartieri diversi della nostra città.” Ci ha raccontato Giuseppe De Angelis, capogruppo del Modena 4. “Fino al 2012 abbiamo infatti svolto le nostre attività in un vecchio capanno, adibito a sede del gruppo dai primi ragazzi che hanno indossato il nostro fazzolettone. Tuttavia, a causa del terremoto che ormai dieci anni fa ha colpito il nostro territorio, le nostre vecchie sale non erano più agibili e quindi siamo stati ospitati dalla parrocchia di San Giovanni Evangelista, dove tuttora si trovano le nostre sedi. Fin dalla sua nascita il Modena 4 si è sempre posto come un attore attivo e partecipe alla vita di quartiere, impiegando i propri associati nel servizio sul territorio e per il territorio. Ci sentiamo infatti un gruppo fortemente sensibile e vicino alle dinamiche che ogni giorno viviamo nelle nostre zone, tra le più difficili e periferiche di Modena. Ogni anno, ad esempio, organizziamo una festa per tutte le persone del nostro quartiere presso il parco 22 aprile, in cui i nostri ragazzi si donano alla comunità . La nostra volontà è infatti quella di mostrare gli scout come una realtà accogliente e non chiusa nei propri schematismi, che purtroppo portano spesso le persone a diffidare delle nostre ritualità, ritenute strane ed incomprensibili. Il centenario per noi sarà quindi anche un momento di condivisione importante, che contribuirà alla nostra idea di scoutismo di strada, fuori dalle nostre sedi e parrocchie. Per tre giorni i lupetti, le coccinelle, le guide, gli esploratori, i rover, le scolte ed i capi del nostro territorio si ritroveranno a celebrare quello scouting for boys che ha ispirato milioni di ragazzi in tutto il mondo. Non vediamo davvero l’ora.” 

I Clan del Modena 4 e del Modena 7 sul palco della Route Nazionale – 2014

A concludere questa breve carrellata sulle comunità cittadine della Pedemontana, rimane l’unità più recente di cui scriviamo oggi, ma non per questo meno fondamentale. Una realtà di periferia della nostra città, una florida comunità, pronta a lottare per portare avanti uno scautismo di strada, di servizio ed attento ai più deboli, dentro e fuori il loro quartiere: il Modena 7. “Siamo nati 34 anni fa, nel 1988”, ci ha raccontato Giulio Costantini, capogruppo del Modena 7. “Dobbiamo i nostri primi passi alla volontà di padre Onorio e al grande lavoro di padre Oliviero che, insieme ad altri giovani, decisero di dare vita al primo gruppo scout nel quartiere di Modena Est. Il supporto del Modena 5, nei primi anni di attività, è stato fondamentale: oltre alla vicinanza geografica, anche loro sono stati fondati per volontà di un padre dehoniano, Giuliano Stenico, della comunità di Modena Est. Grazie alla loro esperienza, ai loro consigli e al servizio di qualche capo, si iniziò a dar vita alle prime unità del nostro gruppo, ospitate inizialmente in alcuni spazi della stessa comunità dehoniana, che fino a oggi si è sempre rivelata una vera ricchezza per noi. La leggenda vuole che i colori del nostro fazzolettone, il blu ed il grigio, siano ispirati a quelli del Modena 5, ma che siano anche frutto del contesto operaio del nostro quartiere, in cui i grigi fumi delle acciaierie si diffondono intorno a noi, fondendosi con il blu del cielo. Dopo i primi anni di assestamento il gruppo si è dato da fare, crescendo di numero e portando alla creazione, in parallelo al branco, di un’unità di coccinelle, facendoci così diventare l’unica comunità modenese delle due Zone a proporre questo tipo di esperienza. Siamo infatti da sempre un gruppo attento e pronto a cimentarsi in sfide di ogni tipo. Dal nostro impegno per la composizione della canzone della Route Nazionale del 2014 (N.d.R La canzone, intitolata “Strade di Coraggio”, è stata scritta da Marco Costantini del Mo 7 e Marco Lodi, MO 4) fino alle più recenti attività di riqualificazione del nostro quartiere da parte del nostro Clan, abbiamo sempre cercato di impegnarci per dar vita ad uno scautismo coraggioso ed intraprendente. Lo stretto legame con la caritas parrocchiale e con tutte le realtà di quartiere in generale ci ha garantito di operare sempre e comunque sul nostro territorio, che per troppo tempo è stato lasciato in uno stato di completo degrado. Questa attenzione al prossimo e alle periferie ci ha permesso anche di spingere i nostri passi al di fuori della nostra zona, ad esempio con la ruote in Sicilia del 2011 e quella a Sarajevo nel 2013. Il Centenario ci aiuterà anche a fare questo, a dare un messaggio forte di ripresa, a mostrare alla popolazione cittadina che gli scout ci sono e che sono pronti a farsi in quattro per rendere il mondo migliore di come lo hanno trovato.

Primo volo regionale per le Coccinelle del Modena 7 – 2012

Citazioni tratte da “Gazzetta di Modena, Autore: Pietro Gasparin”, Modena, 2022

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