La figura che domina il tempo dell’Avvento è quella di Giovanni il Battista. È lui la voce che grida nel deserto: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri… ogni uomo vedrà la salvezza di Dio”.
In definitiva, vivere l’Avvento significa accogliere questo invito di Giovanni Battista e domandarsi: quali sono i sentieri che dobbiamo raddrizzare, i burroni che devo riempire, i monti e colli che devo abbassare?
La domanda se la sono posta anche coloro che ascoltavano Giovanni ( Lc 3,1-18 ): che cosa dobbiamo fare, gli chiedono? Sono gruppi diversi di persone: gente comune, pubblicani, soldati e ad ognuno Giovanni Battista dà una risposta semplice e concreta.
Anche noi ci potremmo chiedere in questo Avvento: che cosa dobbiamo fare? Giovanni con le persone che gli stanno di fronte individua tre passi importanti, forse anche per noi: dall’indifferenza alla condivisione dei beni; dall’ingiustizia alla giustizia; dalla violenza alla pace.
Vorremmo proporre alle comunità capi tre azioni concrete per vivere un Avvento che prepari la via al Signore che viene.
- Il Signore viene dove i poveri sono accolti e dove i poveri sono riconosciuti nella loro dignità: spesso ci diciamo un’associazione di frontiera. Chi sono i poveri che in questo tempo – come La comunità capi si confronta – siamo chiamati ad accogliere? Chi sono i poveri che – come i pastori di Betlemme – ci potrebbero portare l’annuncio della presenza del salvatore nel mondo? A partire dal testo del Vangelo (Lc 3,1-18) la comunità capi si confronta e sceglie un’azione concreta di accoglienza o di condivisione da vivere come comunità.
- Il Signore viene dove si pratica concretamente la giustizia: come Associazione ci capita di intervenire pubblicamente – a vari livelli – per richiamare il rispetto della giustizia. Ma noi? come operiamo concretamente la giustizia? Come facciamo crescere la giustizia nel nostro modo di agire e operare? La nostra è una giustizia che si accontenta del rispetto della legge o che, attraverso un percorso di discernimento, è capace di riconoscere quale sia la cosa più giusta da fare in una determinata situazione? A partire dal testo del Vangelo (Lc 3,1-18), la comunità capi si confronta sul tema della giustizia, cerca di individuare dei fattori di ingiustizia che ci coinvolgono o ci interpellano e sceglie un’azione concreta per far crescere la giustizia in una determinata situazione.
- Il Signore viene dove si ripudia la violenza e si opera per la pace: osserviamo intorno a noi una violenza dilagante a diversi livelli. Non possiamo pensare di esserne immuni. Occorre saper riconoscere la violenza presente in noi personalmente e come comunità e quella agita (nelle relazioni in comunità capi nei confronti dei ragazzi, nei confronti delle famiglie, nei confronti della parrocchia, …). A partire dal testo del Vangelo (Lc 3,1-18), la comunità capi si confronta sul tema della violenza e su come sta operando concretamente per la pace e la riconciliazione. Ci sono tra noi atteggiamenti violenti, di abuso di potere, di abuso di coscienza nei confronti dei ragazzi, mancanza di rispetto nel dialogo, comportamenti violenti tollerati perché facenti parte di certe tradizioni? Se ci sono possono essere riconosciuti e superati; eventualmente ci sono delle riconciliazioni da operare, delle relazioni da ricostruire…. Possiamo scegliere di farlo, magari anche facendoci aiutare da qualcuno di esterno alla comunità capi.
Le comunità capi possono vivere questo Avvento provando a interrogarsi su una o su tutte queste tre azioni.
Potete condividere il passo concreto fatto scrivendo a comunicazione@emiro.agesci.it (o direttamente sul profilo Instagram @agescier). Andremo a comporre un diario dell’Avvento, fatto di esperienze concrete delle comunità capi della nostra regione.
Noi proveremo ad arricchire il confronto proponendo ogni settimana un testimone che ha vissuto in modo concreto uno di quei passaggi che vengono rivolti anche a noi.
Preghiera per l’Avvento (per iniziare o concludere le nostre riunioni di comunità capi)
Dio dei Padri che hai voluto entrare nella nostra storia,
che hai chiamato Abramo, Mosè e il re Davide
per stringere con loro un’alleanza di amicizia,
Tu non ti sei stancato della nostra infedeltà,
non ti sei rassegnato alla cattiveria dell’uomo,
né alla sua superficialità, né al suo egoismo.
Ancora tu ci annunci che vuoi venire in mezzo a noi
e ci chiedi di prepararci ad accoglierti
come luce, che viene per illuminare le nostre tenebre,
come pace, che viene a placare i nostri conflitti,
come Re di giustizia, che viene ad indicarci la via e il modo
per vivere bene in questo mondo.
Tu mandi a noi il tuo Figlio,
che nasce come bambino,
nella povertà e nel rifiuto di tutti,
e ci chiedi di prepararci ad accoglierlo
perché possa abitare in mezzo a noi.
Concedici, Signore,
di accogliere l’invito di Giovanni Battista
a preparare la strada per favorire la tua venuta;
di comprendere con semplicità e concretezza
quali siano i sentieri da raddrizzare,
i burroni da colmare,
i colli e i monti da abbassare;
quali siano gli ostacoli che sono presenti in noi e tra di noi
che impediscono la tua venuta e la tua accoglienza.
Concedici, Signore,
di non rassegnarci alla nostra mediocrità.
Seguendo l’ispirazione dello Spirito,
aiutaci ad essere audaci e creativi,
condividendo la stessa fiducia che tu hai in noi,
che possiamo cambiare,
che possiamo vivere da figli e da fratelli,
che, come i pastori e come i magi,
possiamo riconoscere la tua presenza nel mondo
e diventare testimoni della tua venuta.
Amen.
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