Il pianeta che speriamo

Da 16 anni la Chiesa italiana dedica una giornata particolare – il 1° settembre di ogni anno – alla salvaguardia del creato, coinvolgendo in questa attenzione anche altre confessioni cristiane presenti sul nostro territorio.

In questi anni infatti, mentre è gradualmente cresciuta la consapevolezza dei cambiamenti climatici in atto e delle azioni necessarie per la custodia di quella che papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì” ha voluto chiamare la “nostra casa comune”, non è cresciuta di pari passo la disponibilità a porre in atto quelle stesse azioni, pensando di poter rimandare le scelte necessarie e permanendo in logiche che ancora difendono un modello di sviluppo economico iniquo e dannoso.

Anche per noi che viviamo la straordinaria esperienza dello scautismo, proprio nei giorni in cui stiamo rientrando dalle esperienze estive che ci hanno immerso più profondamente nella bellezza del creato, questa giornata rappresenta una sfida e una opportunità.

Rimando tutte e tutti alla lettura del Messaggio che i nostri vescovi hanno voluto inviarci per questa giornata, nel quale ci orientano verso un importantissimo appuntamento rappresentato dalla Settimana sociale dei cattolici che si realizzerà a Taranto (città scelta appositamente) nel prossimo ottobre.

Di quel messaggio voglio mettere in evidenza tre passaggi che rappresentano anche per noi una provocazione educativa:

  1. Spesso quando si parla di salvaguardia del creato o di impegno per l’ecologia integrale, l’atteggiamento prevalente è di tipo difensivo e conservativo: qualcuno accusa l’impegno ecologico di fermare il progresso. Nel messaggio dei vescovi, invece, la parola dominante è quella della speranza: “La speranza che ci muove alla cura del bene comune si sposa con un forte senso di urgenza”. Il nostro impegno per la salvaguardia del creato non è primariamente orientato a salvare una casa in fiamme o al restauro di un’antica dimora adatta ai tempi passati, ma soprattutto a edificare una casa bella e abitabile in cui tutto – ambiente, lavoro e futuro – possa essere armonico. Per questo motivo l’impegno primario per la salvaguardia del creato non può che essere educativo.
  2. Un’altra parola chiave del messaggio dei vescovi è la parola transizione che evoca il cammino biblico dell’esodo. Quello dell’esodo è un paradigma educativo fondamentale per noi, un cammino faticoso e arduo, ma orientato alla libertà, sostenuto dalla fede della presenza di Dio che ci accompagna e motivato dalla speranza di una terra bella e abitabile, dono di Dio per noi e per tutti. “Come il popolo d’Israele nei quarant’anni di passaggio dalla schiavitù verso la terra promessa ci attende un periodo di importanti decisioni. C’è sempre il pericolo di rimpiangere il passato, di sfuggire alla stagione del cambiamento e di non guardare con fiducia all’avvenire che ci attende. Nella transizione ecologica, si deve abbandonare un modello di sviluppo consumistico che accresce le ingiustizie e le disuguaglianze, per adottarne uno incentrato sulla fraternità tra i popoli”.
  3. L’ultima parola chiave richiamata dal messaggio dei vescovi è insieme. “Il cambiamento si attiva solo se sappiamo costruirlo nella speranza, se sappiamo ricercarlo assieme: «Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero»”. In questa prospettiva l’impegno per la salvaguardia del creato si coniuga strettamente con l’impegno per la costruzione di una fraternità universale che sappia riconoscere la dignità di ognuno e che si proponga di non escludere o scartare nessuno in nome di logiche che puntano al profitto e alla speculazione.

A ben guardare, nella proposta di questa giornata, c’è molto della Legge che ci impegniamo a osservare nella nostra Promessa. Essa ci ricorda che le guide e gli scout amano e rispettano la natura, che sono laboriosi ed economi, che sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout.

Questa giornata per la salvaguardia del creato potrebbe diventare anche per noi un’occasione per verificare la nostra adesione alla Legge e al nostro impegno di lasciare il mondo migliore di come ci è stato affidato da quelli che ci hanno preceduto nel cammino.

Non ci mancheranno le idee per tradurre e riportare nella nostra esperienza quotidiana quelle attenzioni educative ed ecologiche che cerchiamo di porre in atto nelle nostre attività educative, quando il nostro contatto con il creato è più forte e più intenso.

Con l’impegno di tutti potremo portare il nostro contributo per favorire quella transizione ecologica che desideriamo con tutto il cuore, ma che avverrà solo se saprà contare su decisioni forti e concrete che ci conducano a vivere nel mondo che speriamo.

don Andrea Turchini, A.E. regionale e Rettore Seminario Regionale Flaminio

Foto Alessandro Reggiani, Gruppo Reggio Emilia 3

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