Alla fine rimangono i volti, anche se inquadrati in una finestrella sullo schermo del PC, e la condivisione di alcuni brandelli di storia personale e vocazionale, quelli di uomini e donne che in questo tempo, oltre all’impegno lavorativo, allo studio alle relazioni affettive e famigliari, scelgono di mettersi al servizio educativo dei più giovani credendo così di lasciare il mondo un po’ migliore.
Domenica 25 aprile abbiamo concluso il primo “Percorso formativo metodologico a distanza” realizzato dalla nostra regione per i capi e le capo della branca R/S e, a quanto ci risulta, anche il primo in Italia.
Avevamo sperato di poter concludere con una parte in presenza, rimettendo finalmente i piedi negli scarponi e gli scarponi sulla strada, tornando a riempire il nostro zaino e a piantare la nostra tenda, ma le cose sono andate diversamente.
Pur a distanza non abbiamo rinunciato all’incontro e possiamo dire di aver fatto tutti del nostro meglio per rendere formativa questa esperienza così particolare.
Ci siamo ripetuti mille volte che avremmo preferito fare diversamente, ma questo era quanto ci era possibile fare in questo tempo per non limitarci a rimandare e ad attendere i tempi migliori.
L’evento si è sviluppato in tre weekend nel corso di due mesi (febbraio-aprile 2021), ma, oltre agli appuntamenti online, gli allievi sono stati coinvolti continuamente, accompagnati dai loro capi gruppo e dagli staff delle loro unità, a tradurre in chiave esperienziale le riflessioni educative che condividevano nei momenti comuni, in un continuo rimando tra riflessione ed esperienza.
Ci sono stati alcuni momenti clou: la gara di cucina con i fornellini da route, il challenge condiviso dagli allievi sul canale regionale di Instagram, il deserto urbano da ricavare dentro la propria quotidianità (come insegnava Carlo Carretto – Il deserto nella città), la veglia R/S, le celebrazioni vissute a distanza.
Come staff abbiamo dovuto ripensare continuamente il programma, cercando di non smarrire l’essenziale della proposta formativa, adattandola alle circostanze che la situazione presentava con l’andamento delle disposizioni di distanziamento.
Non è stato facile, ma a caldo possiamo dire di essere molto contenti di quanto abbiamo vissuto.
Verranno i tempi per le opportune verifiche, ma, fin da ora, possiamo riconoscere due cose che hanno fatto la differenza: l’affiatamento dello staff dei formatori e la motivazione degli allievi a vivere intensamente questa esperienza.
Lo staff dei formatori
Andrea, Martina, don Andrea
Riccardo, Cristina, Terry e Fabio.
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