A Savignano, ridente città romagnola che si sviluppa lungo il fiume del lancio di dado più famoso del mondo, dietro alle mascherine, i respiri si fanno affannosi. I primi caldi primaverili si fanno sentire. L’estate sta arrivando. Si percepisce che sarà un’estate diversa. Un’estate vuota da quella che potevamo chiamare normalità.
Credo poco nella frase che sventola dai balconi: “Andrà tutto bene”. Mi è sempre stato insegnato che le cose tendono sì ad andare, ma il come e il dove sia sempre influenzato dal nostro agire. Lo dice anche Brunori in una sua canzone: “Ma non sarò neanche tanto stupido, da credere che il mondo possa crescere, se non parto da me”.
Purtroppo non andrà tutto bene per molti che più di altri saranno colpiti da questa paralisi, che non è solo economica, ma soprattutto sociale e dell’anima. Saremo noi come singoli e come comunità, per quanto possibile a fare andare le cose bene, magari meglio rispetto a prima.
Strano, gli scout che popolano il paese sembrano più azzurri. Le maniche che di solito sono risvoltate sopra al gomito per lasciare libere le braccia, sono legate stratte attorno ai polsi. Non si vedono le solite ginocchia scoperte, ma jeans con tonalità azzurre e blu più o meno simili. Non si sentono le solite grida dei bambini che inseguono la palla nella piazza del comune, non si sentono le urla delle squadriglie che corrono al fischio dei capi.
Siamo 20 in un cerchio stranamente largo, forma geometrica da sempre amata dallo scout che vuole ascoltare. Il silenzio surreale viene rotto solo da qualche battuta e dai discorsi di chi in questi giorni si sta prodigando per organizzare i servizi.
Si perché nonostante tutto gli scout non amano stare fermi. Da subito abbiamo dato disponibilità alla protezione civile per dare due mani. Infatti lo scout non dà quasi mai una mano, ne dà sempre due. Molti di noi sono capi, ma anche alcuni ragazzi maggiorenni dei clan hanno donato il loro tempo.
I servizi sono semplici, nulla di troppo faticoso, nulla di troppo esaltante. La settimana scorsa per esempio abbiamo bandellato e chiuso i giochi dei parchi che sono stati riaperti con il nuovo decreto e chiuso seppur a malincuore, le aree verdi non ancora utilizzabili. Ma l’essenza del servizio è proprio questa: tempo liberato messo a disposizione. Anche se alcune volte questo servizio sembra inutile e poco efficace.
Ancora una volta sono felice, fiero e fortunato di potermi mettere il fazzoletto al collo e di fare ciò che da anni mi fa sentire padrone del mio tempo: metterlo a disposizione.
Alberto Bertozzi – Savignano 1
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