In questi giorni, non appena mi sveglio, mi assale come un senso di sconforto, di impotenza, che non ho mai provato prima. Tutto è immobile, il tempo continua a scorrere, ma noi non ne facciamo parte. Non ci resta che osservare il mondo da dietro le finestre, da in cima ai balconi, senza riconoscerlo più. Cosa rimane di me? Del mio essere amica e studentessa, del mio essere scout?
Ed è allora che su una lista della spesa riscopro un mondo che continua a vivere, che ha bisogno di cibo, di pasta e di pane, di medicine e parole. Nel prestare i passi a quegli anziani che devono restare a casa, ripercorro poco a poco la via della speranza. E allora penso: torneremo a respirare, ad abbracciarci e a tendere la mano. E saranno respiri più lunghi, strette più forti, abbracci più veri.
Torneremo a respirare
La mattina
il mondo scrive
da dietro le finestre
e scostare le tende
è disturbare il tempo.
Incredibile che scorra
senza tenerci dentro
senza passi sul selciato
senza mani
senza voci.
Pomeriggio
è poesia
su una lista della spesa
di mondo che va avanti
che implora
pasta e zucchero
e mele e pomodori
con l’ostinata convinzione
dei bambini
quando fanno i capricci,
con la grafia incerta
di una signora
che si è riscoperta vecchia.
È speranza
persa e ritrovata
nello spazio stretto
di un balcone:
mangeremo anche domani,
poi torneremo
a respirare.
Anna Barilli – Arcanda Fidenza 1
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