Il 23 maggio 2015, a tre anni da quelle scosse sismiche che il 20 e il 29 maggio del 2012 hanno cambiato il volto e la vita della bassa modenese, il Comune di Finale Emilia ha voluto incontrare tutti coloro che in quei giorni difficili si sono mossi per dare una mano.
In una seduta straordinaria del Consiglio Comunale il Sindaco Fernando Ferioli ha conferito la cittadinanza onoraria a circa 40 tra associazioni di volontariato e singole persone, aziende e istituti di credito che a vario titolo si sono resi disponibili e hanno offerto il loro aiuto in quei giorni e nei lunghi mesi successivi. L’Agesci è una di queste.
Con un intervento durato oltre quattro mesi con turni giornalieri e settimanali pari a circa 5000 giornate/uomo da parte di volontari provenienti per metà dalla regione e metà dal resto d‘Italia, l’Agesci ha dato supporto ai campi di gran parte dei comuni del cratere fornendo supporto alle famiglie sfollate e nell’animazione dei campi, dedicandosi in particolare agli ospiti più giovani, nella logistica, nella gestione di magazzini e vettovagliamenti.
L’intervento si è prolungato nel tempo, perché se le emergenze materiali immediate sono le più urgenti, quelle che richiedono presenza a lungo termine sono altrettanto fondamentali: il supporto alle persone anziane, ai bambini, alle famiglie trasferite in unità abitative che difficilmente possono prendere il posto di una vera “casa”. Per un po‘ di tempo i comuni colpiti dal terremoto che, lo ricordiamo, ha continuato a scuotere forte la terra e gli animi per quasi tre mesi, hanno visto tanti ragazzi col fazzoletto al collo darsi da fare per dare una mano. Una presenza rassicurante per gli ospiti delle tendopoli e dei moduli abitativi, un’esperienza forte per chi ha misurato i suoi limiti con enormi bisogni e ha trovato immensa gratitudine per ogni piccola azione.
La delegazione AGESCI con il sindaco Fernando Ferioli
Il maggior merito della proposta del Comune di Finale Emilia è aver sottolineato la grande varietà di soggetti che in quei giorni hanno “costruito la ricostruzione”. Il valore e il risultato di questa sinergia probabilmente dipendono dall‘unione di tante anime differenti, ciascuna con la sua specificità, le sue competenze diverse e complementari, tutte con il loro grande bagaglio di motivazioni e solidarietà che ha permesso di costruire tendopoli e relazioni, prefabbricati e amicizie, supporto materiale e sostegno umano.
Al momento della consegna del certificato il responsabile regionale Andrea Provini ha voluto ricordare che solo incidentalmente l’Agesci si occupa di protezione civile, perché il suo primo scopo è quello di fare educazione. Ma il metodo scout cerca di insegnare ai ragazzi non solo una certa manualità, un certo „saper fare“, ma soprattutto di sentirsi responsabili di ciò che li circonda. Insegna ad avere a cuore il mondo e a sentirsene interpellati in prima persona, senza aspettare che siano altri a intervenire. Insegna ad essere “sempre pronti”, come recita il motto stesso degli scout, a rimboccarsi le maniche e a fare la loro parte.
Lo scopo ultimo, la mission dello scautismo, è quello di formare il “buon cittadino”, idea già chiara e matura nelle intuizioni del fondatore del movimento, Baden-Powell, all’inizio del secolo scorso. Per questo motivo questa giornata ha rappresentato per Agesci un riconoscimento estremamente importante: quando un’istituzione dichiara che ci vuole tra i suoi cittadini, possiamo percepire di essere riusciti davvero a realizzare il nostro progetto educativo.
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