Scout e terremoto: diario del 11 luglio

TERREMOTO: DIARIO 11 LUGLIO 2012
(a cura dell’inc. Comunicazione Agesci Emilia Romagna)

Di seguito la testimonianza di Daniele che racconta la sua esperienza di servizio a Finale Emilia.

…“ESSERE E NON FARE”…
Sembra assurdo che in un luogo come Finale Emilia, dove la necessità di “fare” è tanta, io abbia assaporato più che mai quanto sia grande la necessità di “essere”.
Sin dai primi istanti ho capito che l’importante non era quello che facevo, ma il fatto che ero lì: il Sindaco, appena arrivati, mentre ci stavamo registrando, ci ha salutato calorosamente dicendoci “Grazie!” e alla nostra risposta “Ma siamo appena arrivati, non abbiamo fatto ancora nulla” lui ha ribattuto “Grazie perché siete qui!”.
Pochi sapevano che cosa facessimo a Finale Emilia (eravamo addetti al magazzino centrale), ma poco importava: l’importante era che noi fossimo lì.
Il nostro “esserci” è dunque legato al nostro “essere uomini”, al nostro “essere cristiani”, al nostro “essere scout”: è scritto nella nostra natura, nel nostro DNA.
In mezzo a quella disgrazia, quale Grazia ho provato!
Dopo otto lunghi giorni la stanchezza è tanta, ma la voglia di tornare è nettamente superiore.
Da “fare” c’è ancora molto: c’è bisogno di altri che abbiano voglia di “esserci”!
Daniele Rotondo – Piacenza 3

1 Reply to "Scout e terremoto: diario del 11 luglio"

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    fra 12 Luglio 2012 (11:59)

    GRAZIE Daniele. In poche righe e con poche parole hai sintetizzato la vera essenza del servizio

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