Quando, a febbraio di quest’anno, il nostro clan si è trovato davanti alla scelta del tema da affrontare nel Capitolo, le idee sono state tante e discordanti: cercavamo qualcosa che toccasse tutti da vicino, che ci interessasse e che ci spronasse a investire tempo ed energie per una causa che ci stesse cuore.
Esponendo articoli di giornale, video in rete, immagini che potessero essere di ispirazione al clan, una nostra amica ha proposto un post di instagram della pagina @apritilcervello dove si rifletteva su una notizia di cronaca: una nostra coetanea, una ragazza di 19 anni di Milano, si era tolta la vita nella sua università.
“(..)Non fallisci se non sei come gli studenti elogiati dai giornali, che pensano che il sonno sia una perdita di tempo e che occorra fare tutto nei tempi prestabiliti. Falliamo un po’ tutti come società invece quando costruiamo una mentalità e una pressione, che spingono decine di giovanissimi a togliersi la vita perché si sentono un fallimento, non all’altezza delle aspettative che la società impone loro. (…)” recitava il post.
Queste parole ci hanno scossi ed emozionati, perchè ciascuno di noi ha rivisto in esse tanto del proprio percorso scolastico. Come può il sistema scolastico offrire ai ragazzi un ambiente che invece di valorizzare ognuno per il suo percorso spinge costantemente al paragone con gli altri?
Nella route estiva a Scampia del 2022, abbiamo toccato con mano il fenomeno dell’abbandono scolastico precoce e dell’analfabetizzazione: come può un paese come l’Italia non curarsi dell’istruzione dei ragazzi che ne rappresentano il futuro?
È dunque nata per noi l’urgenza di dedicare il Capitolo proprio al Sistema scolastico italiano, per guardarlo da vicino, con i suoi punti di forza e fragilità, non con lo sguardo di chi vuole rimanere seduto a criticare, ma di chi vuole capire, per poter provare a cambiare le cose. Così, dopo ricerche condotte in gruppi, incontri con professionisti (come la psicologa Claudia Scarpellini e diversi nostri professori), nonchè memori dell’esempio rappresentato da don Milani (figura che abbiamo avuto modo di approfondire durante la route invernale 2023 a Barbiana) e del suo motto “I care” (“mi sta a cuore”), nel
momento dell’agire, sebbene non sia stato facile, abbiamo deciso di aprire un aula studio, dove chiunque potesse venire per studiare, ma non solo…
Ci piaceva l’idea di un luogo dove chi studia venisse volentieri, un ambiente accogliente dove potersi
confrontare con altri ragazzi, un posto che offrisse la possibilità di affrontare temi che, seppur spesso non vengano trattati nei programmi scolastici, noi giovani sentiamo importanti (come la politica, l’educazione sessuale, l’attualità, l’economia e il mondo del lavoro).
Abbiamo dunque deciso di aprire l’aula studio a Savignano sul Rubicone, al don Baronio, una struttura che originariamente ospitava gli orfani del dopoguerra e si proponeva di offrire loro un’istruzione e un’educazione.
Oltre a una sala dedicata allo studio, abbiamo allestito uno spazio “InfoJobs” dove gli studenti possono trovare offerte e informazioni relative al lavoro, una saletta relax con macchinetta del caffé per le pause e un cortiletto interno dove è possibile cenare tutti insieme e partecipare a cineforum e incontri.
Tramite la nostra pagina instagram siamo continuamente in contatto con gli studenti per
accoglierne idee e proposte, così da offrire un servizio sempre migliore.
La parola “scuola” deriva dal greco “scholè”, che significa “tempo libero”: la nostra speranza è dunque quella che noi ragazzi riusciamo, insieme, a superare le difficoltà che spesso nel percorso scolastico possono demoralizzare e a restituire all’esperienza dello studio la bellezza e la libertà che, spesso offuscati da un perfezionismo eccessivo e dai traguardi, a volte perdiamo di vista come individui e come società.
Agnese ed Ester – clan Alì Babà e i Quaranta Ladroni, Gruppo Savignano 1
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