La chiamata al servizio – quello vero, quello gratuito – non la puoi prevedere, la puoi solo accogliere.
Giovedì sera 18 maggio, mi arriva una chiamata da parte del mio capo Gruppo e responsabile della Zona di Cesena.
‘Nai, so che hai dato la tua disponibilità per domani, io ho un servizio per te. Ti spiego meglio domani mattina’. Finalmente giovedì l’acqua che circondava le nostre case e le nostre strade, come un fiume in piena, si era ritirata e in Comunità capi avevamo raccolto le disponibilità per andare a dare una mano nelle varie vie e alle famiglie che ne avessero avuto necessità, durante il fine settimana. Ancora non sapevamo che cascata di amore ci aspettava.
Venerdì 19 mattina arriva la chiamata che attendevo ‘Nai dobbiamo tracciare quanti volontari ci sono nella nostra zona, quanti pasti richiedere, quali esigenze hanno le famiglie alluvionate e quali sono le priorità da comunicare al centro e, se necessario, alle autorità’. Mi sembra di cadere dalle nuvole e la mia prima reazione è quella di dire ‘Ok, ma come facciamo?’ e a quel punto mi arriva la risposta che meno mi sarei aspettata in assoluto: ‘Non c’è una strada, la dobbiamo costruire insieme’.
E allora via, da venerdì pomeriggio – con la collaborazione della pattuglia di Protezione civile – allestiamo un gazebo che funge quasi da centro operativo e iniziamo a raccogliere le chiamate, le disponibilità e le esigenze. Reperiamo numeri da chiunque sia sul territorio, ma stiamo seguendo un sentiero non tracciato e la paura di non essere abbastanza la sentiamo forte. Venerdì sera, nonostante la mia Comunità capi fosse stata per le strade ad aiutare tutto il giorno, ci riuniamo e decidiamo un piano coordinando le nostre energie e iniziando a marciare decisi sulla strada che tanto ci spaventava.
È sabato mattina e io, la capo fuoco e il nostro capo Gruppo iniziamo a dirigere il ‘centro operativo’ in cui raccogliamo sempre più adesioni di volontari, sempre più materiale a disposizione, sempre più richieste. Gli altri capi sono nelle strade, ognuno in un punto nevralgico della nostra Ronta, pronti ad accogliere le schiere di volontari che non aspettano altro se non essere indirizzati in un posto per poter portare aiuto.
Ho visto così tanta bellezza negli occhi stanchi, ma grati dei miei fratelli di strada; ho visto così tanto servizio nelle mani sporche dei volontari che bevevano un bicchiere d’acqua ed erano pronti a ripartire; ho sentito così tanta commozione e incredulità nelle voci di chi, dall’altro capo del telefono, mi chiedeva aiuto.
Ho visto le Comunità capi della mia Zona farsi sorelle le une alle altre e lavorare fianco a fianco; ho visto chi aveva poco o nulla metterlo a disposizione di tutti: da poche bottigliette d’acqua a uova fresche delle galline del proprio pollaio; ho sentito il cuore riempirsi di gioia per ogni grazie, ogni abbraccio, ogni pensiero ricevuto; ho visto le strade affollarsi di persone che volevano dare una mano e chiedevano solo ‘Come posso essere utile?’.
Non è stato facile essere dietro a questa macchina incredibile. Non è stato facile, ma lo rifarei. La stanchezza, la paura, lo spaesamento spariscono quando scegli di affidarti. Nulla di questo sarebbe stato possibile senza Qualcuno che ci guidasse e ci mostrasse la strada. Ringrazio, a oggi, per il bene ricevuto – che è molto più di quello donato – per la fiducia che ha fatto dire alla mia Comunità capi: ‘Costruiamo questa strada insieme’; per le nostre famiglie, alleate silenziose e preziose, pronte a metterci le mani, perché credono in quello che facciamo; per gli occhi che ho incontrato e le mani che ho stretto; per le fette di pizza spartite e per le torte fatte in casa, che ci sono state donate; per la fraternità vissuta di cuore; per il sorriso che mi è stato regalato ogni volta che mi sembrava di non avere le energie per fare un altro passo; per il tempo speso insieme a delle persone che amo a fare qualcosa di grande, che ci resterà dentro per sempre; per Chi, guardandoci, ha confermato di averci scelto, uno ad uno, per la Sua strada.
Naissa Zucchini, capo del Gruppo Cesena 11
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