All’età di 18 anni mi sono ritrovata coinvolta in qualcosa di apparentemente più grande di me. La mia città è stata travolta da un’alluvione inaspettata dagli effetti devastanti: cosa potevo fare, io, per gli altri? Questa era la domanda che mi ponevo, prima di comprendere che anche la presenza del singolo sarebbe stata fondamentale.
Noi scout maggiorenni della Zona di Forlì siamo stati radunati e, ogni mattina, dal 19 maggio, divisi in più squadre che avrebbero svolto diversi servizi. Alcuni di noi gestivano la raccolta cibo, smistando il cibo nel magazzino di Campostrino, altri preparavano i sacchetti con i pasti da portare agli sfollati isolati, altri ancora si riempivano grandi zaini con cibo da distribuire nelle zone più colpite, ancora immerse nel fango.
Impegnarmi per dare una mano a chi è stato meno fortunato di me, con l’aiuto di persone più competenti, mi ha fatto sentire parte di una rete di aiuto rilevante e ricevente fiducia dalla cittadinanza. Ciò che si vede negli sguardi delle persone, colpite e non, non si può spiegare a parole: neppure io avrei pensato che ciò potesse avere un tale impatto emotivo.
Sono tante le persone che cercano di dare una mano, e tutti si impegnano per fare del loro meglio. Un pomeriggio stavamo lavorando fuori dal magazzino, il sole era caldo e noi eravamo affaticati, poi ci hanno chiamato per scaricare un camion; siamo stati accolti da un gruppo proveniente da Lecce, che era partito alle 3 del mattino per giungere qui a dare una mano.
Di fronte a una tale umanità e solidarietà, non esiste la fatica, non esiste la stanchezza, ma solo voglia di rendersi utili: e allora siamo tornati a lavorare, con una punta di sorriso in più. lo e tanti altri ragazzi che si sono resi disponibili siamo davvero giovani; non so se posso parlare a nome di tutti, ma parlando a nome mio, non ho dubbi sull’affermare che questa esperienza mi abbia fatto crescere molto, come ragazza e come scout.
Martedì 30 maggio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è venuto in visita nella nostra piazza, e io ho assistito alla cerimonia in prima fila, in rappresentanza tutti gli scout di Forlì. La possibilità di sentire le sue parole dal vivo e da vicino non si presenta tutti i giorni: mi ritengo fortunata, ma dall’altra parte, anche ripagata per ciò che ho fatto in questi giorni. So tuttavia che non ho fatto tutto da sola: mi piace pensare che in quel momento, in quella piazza, con me ci siano stati tutti gli scout, tutte le persone che hanno dato una mano e tutte le persone che abbiamo aiutato.
Carlotta, scolta del clan Gabbiano Jonathan – Gruppo Forlì 6
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