Centenario dello scautismo piacentino, il racconto di Beatrice

Ogni Zona, ogni Gruppo, ogni reparto ha alle spalle una storia da raccontare: una storia fatta di sogni, condivisione e gioco, non scritta da personaggi illustri e irraggiungibili, ma da giovani guide ed esploratori proprio come te, con il desiderio di mettersi in gioco e esplorare nuovi orizzonti.

È proprio questa la storia che stiamo per raccontarti e non sarà difficile addentrarsi in queste vicende, ti basterà solo fare un salto nel tempo, un salto lungo 100 anni. È il dicembre del 1922 a Piacenza. Nella piccola sede della parrocchia di San Francesco, in centro storico, l’aria è carica di attesa e trepidazione. Un gruppo di appena 10 ragazzi si è riunito per prestare un giuramento: una promessa fatta davanti a Dio e al Paese che durerà un secolo di storia. Monsignor Menzani, vescovo e responsabile della parrocchia, osserva soddisfatto lo svolgersi della cerimonia, e mentre don Carlo Maria Aphel stringe uno a uno i fazzolettoni al collo dei primi nuovi ingressi, ripensa al suo viaggio a Bologna.

Don Menzani aveva infatti già avuto l’occasione di scoprire la realtà scout, che si era diffusa pochi anni prima, nel 1915. Il gruppo che all’epoca si chiamava Bologna 1 fu la scintilla che affascinò il vescovo e che accese il suo sogno: quello di rendere possibile anche per i ragazzi della sua Piacenza l’opportunità di vivere l’esperienza dello scautismo. Fondando il primo gruppo del piacentino si diede la possibilità a quella decina di giovani e moltissimi altri con il passare del tempo di vivere un’esperienza costruttiva e autentica. Chi avrebbe mai immaginato che nel giro di un secolo il numero di iscritti sarebbe aumentato fino a superare i 1.200 fra città e provincia?

Con il passare degli anni lo scoutismo nel piacentino si è allargato sempre di più, intrecciandosi con gli avvenimenti storici e talvolta superando ostacoli come quelli imposti dal Regime o dalle incomprensioni degli anni ‘60, ma mantenendo sempre radici salde e non perdendo mai l’entusiasmo e la voglia di fare. In questi anni, molti scout in particolare hanno contribuito a rendere il sogno di Menzani sempre più bello, a partire dalla tenacia di Renato Scaravaggi nel mantenere viva la scintilla dello scautismo anche durante la guerra o grazie alla figura di don Perotti, che rappresentò un faro di speranza per i suoi ragazzi nel buio delle proteste degli anni ‘60.

Altri scout ebbero ruoli importanti come Norberto Ramella, figura importante quando anche nel piacentino avvenne l’unione fra ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) e AGI (Associazione Guide Italiane), che diedero vita all’AGESCI che tutti conosciamo. E ancora, Mario Cavazzuti che fu tra i primi promotori dell’acquisto della Base scout di Spettine, oggi punto di riferimento nell’Emilia-Romagna per il Settore Competenze.

Insomma, in questi anni ne sono successe proprio di tutte: si sono sciolti reparti, creati di nuovi, superati ostacoli e vissuti momenti di gioco ed esperienza insieme. Ancora oggi i cinque gruppi delle parrocchie cittadine più i cinque della provincia continuano a fare attività con lo stesso entusiasmo e guidati dalla stessa scintilla che ispirò don Menzani anni prima. Questa è la nostra storia. A distanza di un secolo, nel 2022, abbiamo celebrato il centenario di avventure, progetti e attività che hanno animato lo scautismo nella nostra provincia.

Per farlo al meglio, tutti i Gruppi della nostra Zona hanno contribuito a realizzare una mostra per celebrare un anniversario così importante e duraturo. Dall’inaugurazione tenutasi il 2 dicembre fino al 6 gennaio, è stata disponibile la visita gratuita alla mostra intitolata “Storie di Scout…Nella storia” all’interno dell’ex Convento di Santa Chiara sullo Stradone Farnese. Al suo interno erano ospitati i ricordi di un secolo di scoutismo: era possibile osservare le divise di una volta e i fazzolettoni dei Gruppi che cominciarono questa avventura nei primi decenni del ‘900. Erano inoltre esposti manuali e quaderni provenienti dagli archivi dei reparti e vetrine che ospitavano i cimeli di tutti i Jamboree a cui parteciparono gli E/G della nostra Zona.

Il percorso era affiancato da una lunga linea del tempo, che mostrava come i progressi dei nostri Gruppi andassero alla pari con gli avvenimenti storici in Italia e in Europa. Lungo il tragitto molti pannelli illustravano i momenti più importanti della nostra storia, dalle attività clandestine durante il Ventennio alla vita di reparto durante la pandemia, rappresentando l’evoluzione del modo di vivere lo scautismo negli anni.

Il percorso era arricchito da foto e video di archivio, di tutti gli anni, da quelli d’epoca ai più attuali. Infine, è stata allestita una sala per rappresentare tutti i reparti della Zona, in cui erano appesi i fazzolettoni di ogni Gruppo e al centro della quale sono stati collocati tutti i guidoni delle squadriglie, primo fra tutti quello del Centenario, che è stato messo in bella mostra dopo che ogni reparto vi aveva inciso un proprio segno. Questa mostra celebra e rappresenta quello che il nostro scautismo è stato per un secolo: un intreccio non di una, ma di “tante linee del tempo personali che si sono incrociate durante i momenti di gioco, avventura e servizio vissuti insieme”.

“Scritta è la nostra storia\Di chi ci lascia e di chi resta\Nel segno della Promessa”. Sono queste le parole della strofa finale della canzone “Luce Nuova”, composta dai Gruppi della nostra Zona in occasione di un anniversario così significativo. Allora? Finisce così questa storia? È questo il bello: negli anni molti E/G si sono impegnati dando un grande contributo e rendendo quella che ora è la nostra Zona, ma ciò non significa che ora sia tutto finito e che loro rimangano figure epiche impresse nella memoria dei Gruppi. Puoi fare anche tu la tua parte, adesso, voltando una nuova pagina, perché la storia la scriviamo anche noi, giovani E/G, facendo attività ogni domenica, vivendo esperienze, giocando e inseguendo sogni. Non si parla solo di storie come quelle di Scaravaggi o Cavazzuti, ma di quelle di tutti i reparti d’Italia, ognuno con una propria essenza, plasmata dalle mille personalità.

Prova a pensare al tuo: da quanto tempo è stato aperto nella tua parrocchia? Quando è stato fondato? Grazie a chi? In che modo gli E/G hanno contribuito a renderlo ciò che è oggi? Sono alcune domande che possono definire la storia e l’identità di ogni reparto, ognuno fatto di persone accomunate dalla stessa scintilla, destinata a durare oltre un secolo.

Beatrice Baldini Sq. Pantere PC 4 – Missione di Competenza Animazione Giornalistica

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