Riprendiamo da noi, suggerimenti per una attività di comunità capi in vista del Convegno

La figura di don Giovanni Minzoni, le sue scelte e le sue parole ci interrogano come educatori, perché è questo il contesto in cui abbiamo scelto di dedicarci agli altri. Abbiamo scelto di farlo non da soli, ma insieme a una comunità che cammina, prega e gioca.

I giorni che ci separano dal Convegno metodologico regionale potrebbero essere l’occasione per riflettere in comunità capi sulle provocazioni che la lettera di don Minzoni al gerarca fascista ci lancia (pubblicata a pag. 4 e 5 del Galletto – Formazione delle coscienze). Don Minzoni è un uomo di un’altra epoca storica che vive in una società estremamente differente da quella odierna, tuttavia le riflessioni che ci propone sono senza tempo e anche oggi interpellano il nostro essere educatori.

A partire dalla lettura della lettera e dall’approfondimento della vita di don Minzoni attraverso il suo testamento la comunità capi potrebbe lavorare su queste tre suggestioni:

“Educare donne e uomini liberi, capaci di scegliere il bene e il giusto per rendere il mondo migliore”.
Lo ritrovate tra gli obiettivi del vostro agire educativo? Attraverso quali proposte e quali strumenti?

“L’avvenire sarà quale le coscienze dell’oggi lo prepareranno”.
Con questa convinzione don Minzoni scelse di avviare nella sua parrocchia l’esperienza dello scautismo cattolico. Vi sembra che nel nostro impegno per rendere il mondo migliore attraverso l’impegno educativo ci sia questa attenzione alla formazione della coscienza dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze?

“Non monopolizziamo le coscienze che sarebbe un assurdo, ma cerchiamo di apprezzare, stimare, fraternizzare tutto ciò che torna a giovamento per la famiglia comune che è la patria nostra”.
Don Minzoni usa un linguaggio diverso dal nostro, ma in definitiva ci invita al discernimento per saper riconoscere (e stimare, apprezzare) nella realtà tutto ciò che giova alla “famiglia comune che è la patria nostra”. La nostra comunità capi è “scuola di discernimento comunitario” per aiutare i capi e le capo a crescere in questa capacità di riconoscere ciò che giova e impegnarsi a farlo crescere (fosse anche solo il 5%)?

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