Fine agosto. I campi, le route e le VdB/C sono da poco terminate ed il nuovo anno scout è ormai alle porte; ma soprattutto, il grande Centenario di settembre, che mesi fa sembrava solo un sogno irraggiungibile, sta per diventare realtà tra pochissime settimane. Da maggio, noi della Pattuglia Comunicazione, abbiamo iniziato una vera e propria serie di articoli, racconti e storie per guidarvi nel vasto mondo dello scautismo del nostro territorio ed oggi continuiamo con altri tre gruppi della Pedemontana. Il Baggiovara 1, il Magreta 1 ed il Formigine 1 hanno tre storie singolari che si intrecciano tra di loro così come i colori dei loro fazzolettoni: dall’esperienza consolidata del Formigine 1 nasce il Magreta 1, e ancora dall’avventura del Magreta 1 inizia infine quella del Baggiovara 1.
“Verso la fine degli anni ’90 la parrocchia di Baggiovara, storicamente molto attiva, aveva perso di slancio, soprattutto nelle attività ed iniziative rivolte ai giovani” Ci ha raccontato Vianni Mattioli, storico capo del Baggiovara 1. “Le attività istituzionali proseguivano, animate e curate da un manipolo di volontari, ma per i giovani le proposte languivano. All’epoca, per cercare di superare questa situazione fu organizzato un incontro invitando un capo scout (Alex del Cognento 1) per verificare se fosse possibile portare lo scautismo a Baggiovara. La serata raccolse da un lato il favore dei genitori e, dall’altro, l’indifferenza del parroco, forse spaventato da una complicata convivenza fra le attività del gruppo scout e la vita parrocchiale. Da quell’incontro non nacque nulla ed alcuni genitori, convinti dell’opportunità offerta dal metodo scout, iscrissero i loro figli nei gruppi delle frazioni limitrofe, in particolare a Magreta. La svolta per Baggiovara fu rappresentata dall’arrivo del nuovo parroco, Don Giovanni Gilli, scultore, animatore vulcanico con una grande esperienza in gruppi giovanili e scout, ben conosciuto anche dall’AGESCI. Il nuovo parroco, nella primavera del 2001, lanciò l’idea di un gruppo scout a Baggiovara, catalizzando l’attenzione dei genitori e raccogliendo la disponibilità di un piccolo gruppo di adulti della nostra comunità. Il gruppo era motivato e interessato ad offrire ai bambini, ragazzi e giovani della frazione un percorso educativo da seguire, che li conducesse dall’infanzia all’età adulta, coniugando l’amore per la vita all’aria aperta e l’avventura con lo spirito di servizio; un gruppo che potesse rappresentare anche una risorsa per la comunità parrocchiale, dalla quale i giovani erano spariti negli ultimi anni. Ora però si trattava di costruire un Gruppo scout AGESCI. Il Magreta 1, che già aveva tesserato alcuni ragazzi di Baggiovara nelle sue unità, si rese allora disponibile ad accogliere gli aspiranti “capi” baggiovaresi, aiutandoli nell’applicazione sul campo del metodo. Si avviò così un anno di tirocinio, con attività svolta dai capi in “trasferta” in quel di Magreta: un anno intenso per i volontari che si erano prestati per questo servizio, il primo di una lunga serie, suggellato il 28 marzo 2002. Un anno dopo si avviarono a Baggiovara le prime attività scout: la risposta delle famiglie e dei giovani baggiovaresi fu entusiastica, portando alla saturazione completa delle unità. Da quel momento l’attività proseguì e la passione per lo scautismo contagiò e coinvolse nella nuova comunità tanti giovani del nostro paese e non solo. Completata la formazione e consolidata l’attività a Baggiovara, arrivò anche il Censimento ufficiale del Baggiovara 1. Il nostro gruppo negli anni ha passato burrasche, in cui si temeva che la nave affondasse, bonacce, in cui sembrava non ci fosse più vento per andare avanti, ma abbiamo sempre saputo proseguire lungo la nostra strada con coraggio ed è con questo spirito di intraprendenza che arriviamo al Centenario.”
Prosegue il racconto Laura Cuoghi, attuale capogruppo del Baggiovara 1. “In meno di vent’anni la nostra Co.Ca. ha cambiato completamente faccia: i genitori che hanno aperto il gruppo hanno lasciato progressivamente il testimone a capi sempre più giovani. L’attuale Co.Ca. è composta da 8 membri; nonostante ciò, portiamo avanti il nostro servizio con convinzione e passione, consapevoli allo stesso tempo delle forze limitate e della necessità di porci obiettivi realisticamente raggiungibili. In particolare, incanaliamo le nostre energie nella collaborazione: crediamo fermamente in una comunicazione chiara e diretta con i genitori dei nostri ragazzi e ci impegniamo in una condivisione di intenti con la parrocchia. Aiutati dal fatto di essere un piccolo paese, incentiviamo relazioni positive tra i ragazzi delle diverse branche, poniamo attenzione al contesto reale dei giovani e investiamo tempo per coltivare rapporti individuali ed autentici tra capi e ragazzi. Certo, non siamo la comunità più grande e prospera del nostro territorio, ma non saremo da meno rispetto agli altri gruppi: a settembre saremo in prima fila per celebrare questo grande evento.”
La piccola comunità di Baggiovara non è però l’unica della Pedemontana ad avere una storia di coraggio e rivincita. Un’altra comunità significativa dell’alta pianura è il Magreta 1. “Correva l’anno 1984 quando tre bimbi magretesi vennero presi nel branco Waingunga del Formigine 1” ci ha raccontato Riccardo Rossi, capogruppo del Magreta 1. “Questa prima esperienza di interazione con il mondo scout scosse fortemente alcune giovani famiglie del nostro paese che, ritrovando nello scautismo un motivo di crescita fondamentale per le giovani generazioni magretesi, iniziarono ad interessarsi del metodo scout. Forti quindi dell’entusiasmo e dell’esperienza sviluppata nelle varie attività parrocchiali, dai campeggi alle raccolte missionarie, si lasciarono incuriosire dagli scritti di Baden Powell e si consultarono con il parroco don Valter, facendo riferimento al gruppo di Formigine e trovando in paese un ex-scout, l’ing. Claudio Perbellini, che accettò l’invito a formare la prima Comunità Capi. Nel 1985, quindi, si partì con una piccola unità di 12 ragazzi in età da reparto, e l’anno successivo si aprì anche il branco. L’allora Responsabile di Zona Andrea Zivieri, tanto scettico quanto fiducioso, probabilmente contagiato da fermezza, entusiasmo e dedizione di questi adulti in servizio, diede il benestare al censimento del gruppo e così, nel 1986, nacque ufficialmente il Magreta 1, che da allora raccoglie capi e ragazzi di Magreta e Corlo. Da quel cerchio di adulti, che all’ombra di un albero impararono la canzone “Casa sul monte”, la musica magari è cambiata e sotto l’albero ci sono oggi i bimbi di ieri, ma una cosa è rimasta: quella voglia entusiasmante di perseguire con fermezza le grande sfide che il far vivere una comunità come la nostra ci mette di fronte.”
“Nel Magreta 1 si respira l’aria della campagna, di chi si sporca le mani per raccogliere i frutti del proprio lavoro. La periferia non allontana però dal senso di appartenenza ad un’Associazione ben più grande, e il gruppo lo dimostra nella disponibilità a ricoprire ruoli e incarichi che escono dai propri confini territoriali, nel promuovere confronti e gemellaggi con altri gruppi e realtà, nella formazione costante e nella consapevolezza di vivere e far vivere davvero “un mondo fantastico”. Tra traslochi e ricostruzioni, il gruppo scout è ancora oggi una realtà viva e solida del territorio, luogo privilegiato di educazione e crescita, dove accoglienza è la parola d’ordine. La pandemia ha richiesto una diversa visione dei festeggiamenti, ecco perché i 35 anni del gruppo sono passati un po’ in sordina, ma vorrà dire che si recupererà per i 40! Intanto parteciperemo ai 100 anni dello scautismo modenese, orgogliosi di farne parte ed aver contribuito per il nostro pezzo di strada: una strada che continua, fatta da tutti coloro che ci sono stati, ci sono e ci saranno in questo grande gioco di vita.”
Oltre al Magreta 1 ed al Baggiovara 1, il gruppo più antico di questa porzione di territorio, che vanta una storia addirittura pluridecennale, è certamente la florida ed importante comunità Formigine 1, a sua volta madre del Magreta 1. “Il nostro gruppo nasce nel 1971 grazie all’intuizione del nostro fondatore, Sergio Tassinari, che con coraggio portò lo scautismo in terre formiginesi” ci hanno raccontato Caterina Bondi e Filippo Ottani, capi del Formigine 1. “La leggenda tuttavia identifica come vero anno della nostra fondazione il 1972, che tuttora viene indicato come riferimento per indicare la nostra nascita. Avvolta da una fitta nube di racconti e storie è anche la genesi del nostro fazzolettone. Tassinari infatti decise di fondare il nostro gruppo in seguito ad una sua esperienza di formazione presso un campo metodologico. Secondo i racconti che ci sono stati tramandati, il colore verde a tinta unita del nostro fazzolettone dovrebbe proprio ricordare quello utilizzato da tutti i partecipanti di questo campo che colpì così tanto Tassinari. Tuttavia, anche se sicuramente queste storie sono più affascinanti, il colore del nostro fazzolettone è preso dal verde del nostro stemma comunale ed il blu, secondo colore nella nostra araldica cittadina, viene normalmente mantenuto attraverso l’utilizzo di lega fazzolettoni della suddetta tinta. Il nostro è un gruppo che ha sempre avuto, fin dalle sue più antiche origini, uno stretto contatto con la vita parrocchiale e cittadina. Ci sentiamo infatti una risorsa per la nostra comunità e più volte, in questi primi cinquant’anni della nostra storia, abbiamo cercato di metterci alla prova per rendere Formigine “migliore di come l’abbiamo trovata”, per servire la cittadinanza tutta. Il nostro mantra è infatti quello di servire il prossimo, mettendo al centro di ogni nostra attività ed iniziativa i nostri ragazzi. Siamo determinati infatti a crescere una classe di futuri cittadini del mondo attenti, responsabili e motivati a salvaguardare i diritti di tutti e il Creato. Siamo un gruppo che adora le sfide e una delle nostre battaglie più grandi è quella del mantenimento della nostra base scout Valcinghiana a Frassineti. Negli ultimi anni siamo infatti riusciti ad accogliere decine e decine di gruppi scout di ogni Zona d’Italia, promuovendo quindi la nostra filosofia di scautismo che si piega e serve il prossimo.”
“Quest’anno per noi è stato estremamente importante, infatti ricorre il cinquantesimo anniversario dalla nostra fondazione. Per celebrare questo evento abbiamo organizzato a settembre scorso una grande cena con tutto il gruppo, diversi ex-associati ed addirittura il fondatore, ma quest’estate ci siamo spinti ancora oltre, organizzando un campo di gruppo presso Treviso Bresciano, in cui tutti i membri delle branche e della Co.Ca si sono cimentati in sfide di ogni tipo. Siamo pronti e carichi a vivere il Centenario con questo spirito di intraprendenza e coraggio che ci ha portato a mantenere una filosofia scout pura ed attenta al metodo. Non vediamo l’ora di festeggiare insieme a tutti i nostri fratellini e sorelline.”
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