“100 anni di scoutismo all’ombra della Ghirlandina”. Così, qualche settimana fa, abbiamo iniziato questa serie di articoli che vi accompagneranno, in vista del Centenario di settembre, alla scoperta della storia dello scautismo modenese, ma forse siamo stati troppo approssimativi in questa nostra affermazione, in questo incipit. Il Movimento scout della nostra città non può essere solo identificato nelle 9 unità cittadine, nate appunto all’ombra del nostro Duomo e tra le più grandi sul nostro territorio per numeri di associati e mezzi.
Lo scouting ha raggiunto infatti, in questi primi 10 decenni di vita nelle nostre Zone, quasi ogni paese, borgo o comune della nostra provincia, dando vita a gruppi importanti e capaci di mantenere vivi i valori di B.-P. fino ad oggi. La settimana scorsa abbiamo raccontato la storia di tre giovani, ma importanti unità della Bassa Modenese che, scontrandosi con le difficoltà del terremoto del 2012 e della pandemia di questi ultimi anni, sono riuscite a mantenere fede alla loro Promessa fatta alla legge scout. Oggi invece ci spostiamo nella porzione sud della nostra provincia, parlando quindi di tre gruppi della Zona Modena Pedemontana: Il Vignola 1, il Vignola 2 e lo Spilamberto 1.
“Nell’autunno 1970 arrivò a Vignola, presso il convento dei frati cappuccini, padre Giovanni Beneventi, grande sostenitore del movimento scout nel nostro paese. Dopo un primo periodo di conoscenza della realtà vignolese, il 15 aprile del 1971 la Fraternità approvò il suo progetto di apertura dell’attività scout, dando così il via ai primi incontri per strutturare il gruppo”, così ci ha raccontato Federico Pizzirani, capo del Vignola 1. “Poco dopo la creazione delle prime unità e della giovane Comunità Capi, nel giugno del 1971 iniziò a collaborare con padre Giovanni anche Paolino Maletti che, negli anni precedenti, aveva percorso tutto il cammino scout nel CNGEI, portando così la sua esperienza di servizio nel nostro metodo. Nel settembre 1972 nacque dunque ufficialmente il Vignola 1, strutturato inizialmente con un branco misto, un reparto maschile di 3 squadriglie e uno femminile di 2 squadriglie. Padre Giovanni fu fondamentale per l’affermazione del gruppo. Egli fu nei primi anni la mente, l’anima e il braccio operativo del Vignola 1, a cui si dedicò con tutte le sue energie, seguendo i ragazzi nel loro cammino di fede con occhio attento e paterno. La vicinanza al convento ha fatto sì che tra il Vignola 1 e i Frati si costruisse poi un legame che in questi 50 anni si è sempre più rafforzato attraverso la presenza di assistenti spirituali che ci hanno accompagnato nei campi e lungo i sentieri.”
“Quest’anno abbiamo festeggiato 50 anni attraverso numerose iniziative, riunite sotto lo slogan “un nodo ben fatto”, a testimonianza del fatto che sentiamo i valori di fede e di servizio dei primi scout vignolesi ancora vicini a noi. Per il Centenario ci sentiamo pronti e vogliamo viverlo in una maniera attiva e cosciente (abbiamo ad esempio partecipato al contest del logo), come la festa di quegli ideali in cui da sempre crediamo.”
Vignola negli anni è stato un un centro vivo ed attivo dello scautismo modenese, portando alla formazione anche di una seconda unità vignolese alla fine degli anni ‘90. ”Il Vignola 2 è nato nel settembre 1997 e la storia del nostro gruppo parte subito con l’importante restauro della croce del Giovo nel 1998”, ci ha raccontato Elena Odorici, capogruppo del Vignola 2. “Dopo i primi 6 anni vissuti presso Palazzo Barozzi in centro storico, ci siamo poi costruiti una sede in convenzione con il Comune di Vignola presso il Parco Europa.”
“Fin dalla sua fondazione il Vignola 2 si è posto l’obiettivo di rispondere a due esigenze. La prima è stata quella di essere parte attiva della parrocchia, attraverso il mantenimento di un legame forte con il gruppo giovani e con i nostri assistenti ecclesiastici. Il gruppo infatti è nato anche per volontà del parroco di allora e ha sempre cercato una stretta collaborazione con i preti e i cappellani che si sono susseguiti negli anni alla guida della nostra parrocchia e che fanno tuttora parte della nostra Co.Ca. La seconda esigenza, che ha portato alla nostra formazione, è quella di far arrivare la proposta scout a tutti, in particolare a chi non è solito frequentare ambienti cattolici. In questo nostro intento ci ha aiutato molto la posizione della nostra sede: trovandosi all’interno di un parco pubblico del paese, ci ha dato la possibilità di renderci visibili alla popolazione ed alle famiglie che non conoscevano la realtà scout. La nostra volontà è infatti quella di dare vita ad uno scautismo che va oltre la divisa, il fazzolettone e le ritualità. Noi ci proponiamo infatti come portatori di un metodo educativo che mira a rendere i nostri ragazzi uomini e donne competenti, cortesi e coraggiosi, sempre pronti a spendersi per la comunità. “Uno scout è un uomo passabile in un salotto, indispensabile in un naufragio” diceva B.-P. ed è forse in questa maniera che vivremo il Centenario. Certo sarà una festa, una celebrazione di un Movimento che ha dato tantissimo alla nostra comunità, ma sarà anche un momento di ricordo e di riscoperta di chi per primo ha deciso di essere un cittadino attento e competente, sposando i valori scout per la vita”.
Negli anni il movimento scout della Pedemontana è cresciuto moltissimo, portando alla recente formazione di piccole, ma prospere comunità anche in diversi comuni della Zona. Tra questi nuovi gruppi, molti dei quali contano anche meno di venti anni di storia, c’è lo Spilamberto 1. “Siamo nati il 12 ottobre 2002 grazie ad un percorso di condivisione e di formazione intrapreso con i nostri “vicini di casa” del Vignola 1”, ci ha detto Elena Fontana, capogruppo dello Spilamberto 1. “A partire infatti dal settembre del 1995, i nostri primi capi, con l’intento di formarsi sul campo, iniziarono ad affiancare la Comunità Capi del Vignola 1 nelle loro attività, cominciando così il loro tirocinio formativo. Si arrivò così ad organizzare le prime uscite e le prime vacanze invernali, pasquali ed estive, oltre che a festeggiare nel 1996, con un grande gioco nel centro del paese, il primo Thinking Day celebrato a Spilamberto. Il 13 aprile 1996, nella chiesa dei frati di Vignola, pronunciarono quindi la Promessa scout i primi capi del nostro Gruppo: Vanna Manzini, Daniela Mandrioli, Luciana Giusti, Giuliano Grandi, Luca Grini, Fabrizio Nardini e, l’8 giugno dello stesso anno, Daniele Vecchi, dando vita alla prima Comunità Capi del nostro paese.”
“Nell’anno scout 1997/1998 vennero censite in AGESCI le prime due unità del Vignola 1 con sede a Spilamberto: il Branco “Waingunga” e il Reparto misto “San Giorgio”. Nell’anno 1999/2000 alcuni ragazzi di Spilamberto furono inseriti nel Noviziato a Vignola e nel 2000/2001 venne aperta la prima unità RS di Spilamberto. Tanti di noi conservano ancora e possono ricordare con gioia di aver portato al collo il fazzolettone bordeaux e blu del Vignola 1, fino al 2002, quando insieme alla nascita del gruppo fu creato, ricalcando il disegno di quello del Vignola 1, il nostro fazzolettone con i colori del nostro paese: il verde ed il bianco. Molte persone, che ringraziamo, sono passate (e passeranno) nelle nostre sedi e tutte hanno contribuito a far crescere lo scautismo nel nostro paese, affinché potesse essere, secondo il metodo scout, un servizio per i ragazzi e per la nostra comunità. Comunità è infatti una delle tante parole che più ci stanno a cuore: il nostro è un piccolo Gruppo, ma una grande Comunità dove ciascuno spende per gli altri un pezzetto di sé stesso. “Del nostro meglio, sempre pronti, a servire” è il motto che potete leggere sulle nostre magliette di gruppo e riassume perfettamente i valori che portiamo avanti ormai da vent’anni. Quest’anno ad ottobre spegneremo 20 candeline e per noi sarà una grande festa che celebreremo tutti insieme con un’uscita di gruppo sulle nostre colline per rinfrescare il nostro senso di appartenenza e per riscoprire, ancora una volta, la gioia nello stare insieme in comunità. Siamo certi che il Centenario sarà l’occasione per ricordarci ancora una volta che non siamo soli e che facciamo parte di una famiglia molto più grande, formata da diversi fazzolettoni, e che cammina per portare avanti gli stessi valori”.
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