Terremoto dell’Emilia 2012, il ricordo a 10 anni dal sisma

Domenica 20 maggio, ore 4.03 del mattino: la terra emiliano-romagnola inizia a tremare. È così che molte vite di nostri amici, fratelli scout, e delle loro famiglie sono state sconvolte durante il sonno, nel momento forse più debole dell’esistenza umana. È così che inizia anche il nostro “servizio”.

Nelle prime ore dopo la scossa i Gruppi dei comuni colpiti si sono subito messi in moto, spinti dalla nostra abitudine a “tirarci su le maniche”. Già alle prime luci dell’alba del 20 maggio i sindaci di molti paesi colpiti hanno chiesto l’aiuto degli scout per montare tende, spalare il fango, togliere qualche detrito lungo le vie e chiamare a raccolta grandi e piccoli per fornire conforto e sostegno morale e materiale.

Alcuni gruppi hanno allestito un campo scout, praticamente, e hanno iniziato le attività con i loro censiti, come una normale domenica mattina. Le parrocchie non erano agibili così come molti oratori: e allora? Via, costruiamo un altare per celebrare la S. Messa!

Qualche esempio concreto. I Gruppi di Medolla, Casumaro e Mirandola hanno risposto alla chiamata dei Sindaci e preparato i pasti, spalato il fango, animato tanti giovani e rincuorato tutte le persone in difficoltà. A Rovereto il gruppo ha allestito una mini tendopoli con le tende di squadriglia e con le attrezzature di gruppo e materia prima fornita da un supermercato locale, ha sfamato più di mille persone per un paio di giorni.

Poi via a via ci siamo coordinati col Dipartimento di Protezione Civile regionale e il nostro aiuto è stato indirizzato più verso una mansione rispetto a un altra. Il nazionale è arrivato un mese dopo e all’inizio abbiamo dovuto cavarcela da soli.

Martedì 29 maggio, ore 8.50: la terra trema ancora e di nuovo alle 13. E stavolta siamo stati colpiti quando avevamo appena ripreso ad alzare la testa. Stavamo tutti lavorando, avevamo in testa solo una parola: “Ricominciamo”.

Dobbiamo scuoterci dal torpore, dallo sconforto. E via: riprende il tam tam delle chiamate, l’arrivo di nuove squadre della Protezione Civile, l’allestimento di nuove tendopoli a Carpi, Crevalcore, Rolo e molti altri paesi che stavolta sono stati colpiti. E noi scout continuiamo ad esserci, scossi sicuramente, ma non piegati.

La Provvidenza ci ha regalato tanti amici vicini, ma soprattutto lontani. Quello è stato l’Amore con la A maiuscola, quello che Gesù ci ha insegnato e donato e che noi siamo chiamati a testimoniare tutti i giorni.
In quei giorni si è davvero sentito forte l’articolo 4 della legge scout: “Sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout”.

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Vogliamo rivivere cosa sono stati quei giorni di servizio ripubblicando due documenti fondamentali della nostra storia:

  • il Diario del terremoto, 70 giorni di diretta dal cratere, day by day, a cura dell’allora incaricato al settore comunicazione, Sergio Bottiglioni.
  • il numero del Galletto “Terremoto scout”, pubblicato dopo l’estate per raccontare il nostro impegno nell’emergenza, a sostegno della popolazione.

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