Una festa ricorrente come il Natale, deve per forza essere contestualizzata nella vita presente, deve accendere una luce significativa per illuminare quanto stiamo vivendo nel nostro presente.
Per le comunità ecclesiali di tutto il mondo è iniziato da qualche settimana il cammino sinodale, un percorso che vuole aiutare la Chiesa, con tutti i suoi membri, a comprendere quale sia la strada su cui il Signore la chiama ad annunciare il Vangelo e cosa cambiare del vissuto ecclesiale perché sia sempre più fedele a ciò che deve essere.
Questo sarà dunque un Natale sinodale, un Natale in cammino.
L’icona evangelica del Natale che maggiormente ci aiuta a comprendere lo stile sinodale e senza dubbio il racconto dell’Epifania e dell’adorazione dei Magi. Questi personaggi misteriosi, non appartenenti al popolo d’Israele, seppero riconoscere un segno nel cielo e compresero che dovevano mettersi in cammino insieme per andare là dove la stella indicava.
Questo cammino si sviluppa in diverse fasi.
Pensiamo che ci sia stata un primo momento di consultazione tra loro, un confronto aperto per decidere di partire seguendo quel segno nel cielo. Poi, lungo il cammino, come ci racconta il vangelo secondo Matteo, si sono consultati con persone sapienti, esperti della Scrittura e delle antiche profezie di Israele, perché era loro chiaro che da soli non avrebbero potuto raggiungere la meta. Giunti al luogo indicato nella città di Betlemme, provarono grande gioia e fecero dono delle cose più preziose che possedevano a Colui che riconobbero come il Re dei Giudei. Avendo conosciuto tramite un sogno un pericolo incombente, fecero ritorno al loro paese per un’altra strada.
L’icona evangelica dei Magi, che rivivremo in questo Natale, può davvero rappresentare una pista importante per le nostre comunità in cammino sinodale. Mi sembra che, prima di tutto, siamo chiamati ad alzare lo sguardo; non è rimanendo ripiegati su noi stessi nella considerazione malinconica delle nostre “magagne” personali e comunitarie che troveremo la motivazione e la forza per metterci in cammino. Gesù viene come astro che sorge dall’alto.
In secondo luogo occorre sostenersi vicendevolmente per decidere di mettersi in cammino, fidandosi dell’intuizione che qualcuno ha avuto (il Papa, i nostri vescovi, moltissimi cristiani), riconoscendo questo come un tempo opportuno per uscire dalle nostre staticità, portando gli elementi positivi e non enfatizzando le pigrizie e le problematicità.
Il nostro cammino, solo quando sarà iniziato come frutto di una prima scelta condivisa, sarà l’occasione per vivere un ascolto reciproco, per condividere il nostro vissuto, i nostri desideri, il bene di cui ognuno è portatore, così come le preoccupazioni che appesantiscono il nostro cuore. Lungo la strada incontreremo altre persone e ci parrà saggio chiedere loro un aiuto, soprattutto se sono persone sapienti e competenti sulle “cose di Dio”.
La meta del cammino sarà un nuovo incontro con il Signore, che – probabilmente – si rivelerà a noi non nel fulgore della sua onnipotenza, ma semplicemente, nella novità di un bimbo che nasce e che si trova in braccio alla madre. Se sapremo riconoscerlo in quel segno così contradditorio rispetto alle nostre aspettative, allora, come i Magi, proveremo grande gioia e saremo pronti a offrire al Signore, con grande libertà, tutto quanto abbiamo di prezioso.
Finalmente liberi e rinnovati, potremo ripartire più leggeri per un’altra strada, riconosciuta come più opportuna, per raccontare a tutti che anche in questo mondo in cui sembra dominare il male e la violenza cieca (come è accaduto anche a Betlemme per l’ottusità e la malvagità di Erode), il Signore è presente come luce che dona gioia ai cuori.
Buon Natale in cammino. Buon Natale sinodale.
don Andrea Turchini, A.E. regionale
No Replies to "Natale in cammino"
I commenti sono moderati.
La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
La moderazione non è immediata.