Giorgio, santo di tutti

Parlare di San Giorgio sembra facile, ma non lo è! Invocato e pregato come protettore sia dagli scout, dai cavalieri che dai soldati, la sua storia è proprio difficile da conoscere.

In mente abbiamo l’immagine del cavaliere che trafigge il drago, e già questo non può che lasciarci pieni di stupore: un drago? San Giorgio allora ci propone di andare oltre il visibile, il pensato, l’immaginato. Le fonti antiche, per conoscere la sua vita, non sono del tutto affidabili, però qualche dato si può abbozzare.

  • Dove nasce? In Cappadocia, attuale Turchia centrale.
  • Quando? Verso il 280 da una famiglia cristiana.
  • Come vive? Il suo nome (di origine greca) significa “agricoltore”, poi si trasferisce in Palestina e si arruola nell’esercito romano di Diocleziano.
  • Perché è santo? Nel 303 l’imperatore vuole uccidere i cristiani, allora Giorgio dà quello che possiede ai poveri e davanti a Diocleziano si professa cristiano. Viene torturato e ucciso il 23 aprile a Lidda, vicino all’odierna Tel Aviv, dove ci sono ancora i resti di una basilica.

E il drago? Al tempo dei crociati, nel medioevo, il martire Giorgio viene immaginato in modo leggendario, come un eroe cavaliere, che sconfigge il male, rappresentato dal drago che minaccia una cittadina, e vuole mangiare ogni settimana una persona. Ma Giorgio, armato della fede in Dio, rappresentata dalla sua lancia, vince il drago, lo schiaccia e lo uccide.

Se di San Giorgio ci sono poche notizie certe, la sua devozione però è molto viva, sia per cattolici, ortodossi, anglicani ed è persino onorato dai musulmani, che gli danno l’appellativo di “profeta”.

E per la mia vita? Più che risposte San Giorgio ci lascia tanti dubbi e interrogativi. Le poche fonti non ci danno certezze, però certamente ogni uomo si trova a incontrare il male nella propria vita e a condividere quello di altri. Tutto questo ci fa nascere inquietudini e domande che mettono in crisi le nostre sicurezze.

San Giorgio non ci invita a scappare dal male, ma ad affrontarlo con l’aiuto, la forza, la compagnia di Gesù e dei fratelli che vivono con noi. Solo il Padre libera dal male e ci dona la pace.

don Giampiero Mazzucchelli, vicerettore seminario regionale, ex AE del Gruppo Ferrara 6

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