Lettera a mio figlio che sta per nascere

“Un giorno, tra 10/15 anni guardando queste foto, mi chiederai cosa stavo facendo, così inizierò a raccontare; ti racconterò che il mondo, l’8 marzo 2020, si è fermato improvvisamente per 57 giorni e tutti, adulti, ragazzi, bambini e anziani dovettero stare chiusi dentro casa, per colpa di un invisibile virus, venuto da lontano, microscopico eppure veloce nel passare di stato in stato, di continente in continente.

In ogni luogo del mondo il Covid-19, questo è il suo nome, arrivò, senza risparmio, anzi presentando un conto salato. Tutto si ibernò, le fabbriche , gli uffici, la scuola, i negozi, le chiese, i treni, gli aerei, le navi, ecc…

Ti racconterò che insieme a tanti amici e con l’aiuto di Dio, cercai di fare del mio meglio, tenendo fede alla promessa fatta suo tempo, per compiere il mio dovere verso Dio e verso il mio Paese, aiutando gli altri in ogni circostanza, perché con quella promessa ho scelto di essere scout senza se e senza ma, con la gioia del fare anche nei momenti più difficili, quelli più bui.

Eppure, in mezzo a questo marasma, figlio mio, ho trovato il modo di non perdere il sorriso e trasmetterlo agli altri, ai miei compagni/e di strada, volontari come me e alle persone chiuse in casa in attesa della consegna della spesa e di una parola di conforto.

Figlio mio non perdere mai il sorriso, perché ti aiuterà a superare ogni difficoltà, e che il tuo cuore sia grande e ci possa essere tanto spazio per gli altri.

Spero non accada più, ma se un giorno anche tu dovessi trovarti in una paradossale situazione simile, trova il modo di rimboccarti le maniche e sui pronto a donare il tuo aiuto e il tuo sorriso, per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’hai trovato”.

Federico Guidi – Pattuglia Protezione Civile Zona di Rimini

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