Ho sempre visto i volontari della Protezione Civile come dei supereroi. Dei supereroi che andavano a portare un po’ di colore tra la gente che conosceva solo il bianco e il nero. Li ho sempre visti alla televisione e nel mio cuore ho sempre sognato poter essere uno di quei supereroi che andavano tra la popolazione.
Quando mi è stata data questa opportunità, di poter essere volontaria e aiutare quella fetta di popolazione più fragile e che è bene non esca di casa, sapevo in cuor mio quale sarebbe stata la risposta e infatti è passato solo qualche secondo prima che dicessi Sì, lo voglio fare.
Poi ho iniziato a pensare: sarò capace? Sarò all’altezza? Sì esatto, non ho subito pensato al rischio che potevo correre andando a fare questa cosa, ma ho pensato se il mio poteva essere un aiuto concreto, se ero all’altezza di quello che mi stavano chiedendo.
Poi ho anche pensato al rischio, quello che c’è ogni volta, il rischio di ammalarmi, il rischio c’è sempre, ma la gioia che provo tutte le volte che vado a fare la spesa per i miei vecchietti, supera la paura del contagio.
Una volta rotto il ghiaccio con la prima consegna a domicilio, è fatta. Ti devi solo abituare alla mascherina che non ti fa respirare, ai guanti che ti fanno sudare le mani, alla distanza di sicurezza che devi tenere dalle altre persone, dai cassieri e dagli anziani, che speri sia sempre abbastanza, ma credo che quel sorriso, quel Grazie signorina, quella mano che ti saluta quando vai via, ti ripaga di tutto.
A parole è difficile descrivere quello che accade dentro di me ogni qual volta vengo chiamata per portare il mio aiuto: il mio cuore sobbalza e c’è una vocina dentro di me che mi dice: “Evvai, posso aiutare ancora qualcuno!”.
Durante le giornate di volontariato incontri persone di ogni tipo e hai a che fare con tanti caratteri diversi, c’è chi è più titubante e chi è più espansivo, chi ha piacere di fare due chiacchiere e chi invece sta più sulle sue, ma ciò che non cambia è il loro sguardo, lo sguardo di chi è riconoscente, che apprezza quello che stai facendo, che ti guarda, ti sorride e ti dice: alla prossima!
Allora non puoi che guardarli, sorridergli, anche se so che loro non mi vedono e salutarli. E con quel saluto è come se gli dessi un po’ di speranza, quella speranza che loro cercano, quella speranza di chi dice loro che tutto questo passerà presto e che potremo tornare ad abbracciarci come prima.
Sara Tombolini – Imola 4
No Replies to "superEROI da SUPERmercati"
I commenti sono moderati.
La moderazione potrà avvenire in orario di ufficio dal lunedì al venerdì.
La moderazione non è immediata.