Condividiamo in questo spazio il ricordo di Augusto Baietti: due brevi scritti di Virgilio Politi e Paolo Zoffoli per onorare la persona, la memoria e l’essere scout di Augusto Baietti.
La chiesa parrocchiale di Sant’Agostino in San Lazzaro di Savena, in occasione dell’ultimo saluto ad Augusto Baietti tornato alla Casa del Padre, era piena di tantissime e commosse persone. Tantissimi scouts di tutte le età hanno evidenziato come l’essere scout è stato un elemento caratterizzante e qualificante della vita di Augusto. Entrato negli scouts nel Bologna 5 quando ancora era ASCI, ha vissuto con entusiasmo la sua esperienza giovanile per poi mettersi al servizio come Capo. Nella sua vita di Capo ha vissuto l’esperienza dolorosa della perdita del fratello Giorgio, morto durante un incidente nell’uscita in cui erano insieme.
Sempre nell’ASCI ha ricoperto diversi ruoli di quadro come Commissario provinciale di Bologna (Responsabile di zona diremmo oggi) per poi succedere a Samuele Andreucci come Commissario (Responsabile) regionale dal 1967 al 1970. Nel periodo successivo visse gli anni di contestazione delle strutture associative ma continuò a svolgere questo servizio, pur senza avere l’investitura formale, dentro la “Pattuglia
regionale” eletta dall’Assemblea dei Capi, traghettando così la regione fino all’ultimo periodo prima della nascita dell’AGESCI. Nel 1973 gli subentrò Sergio Tassinari che venne eletto “ufficialmente” Commissario regionale a seguito della reintroduzione di questo ruolo e che gestì il processo di unificazione ASCI-AGI che nel 1974 portò la nascita dell’AGESCI.
Conclusa l’esperienza di quadro associativo, viene assorbito dagli impegni di famiglia come padre di quattro figli e da una apprezzatissima attvità professionale, ma pur non avendo più un ruolo pienamente attivo, mantiene uno stretto legame con lo scautismo fornendo un supporto e un aiuto in tante iniziative e realizzazioni.
Lo ricordiamo come tra i fondatori della Cooperativa scout “Il Gallo” in cui si è impegnato in diversi ruoli nella fase di avvio e sviluppo, fornendo un importante supporto nella realizzazione della nuova sede di via Rainaldi in Bologna. Persona dinamica e propositiva, si è fatto coinvolgere in progetti di solidarità a favore dei bisognosi ispirato all’insegnamento evangelico delle Beatitudini «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me». Augusto era una persona con una fede in Dio profondissima, trasmessa dai genitori e resa solida attraverso una spiritualità alimentata dalla Preghiera e dallo studio della Parola, che gli ha permesso di dare al proprio agire chiarezza e determinazione, in una ottica di testimonianza cristiana. Significativo è stata la lettura al termine della Santa Messa da parte della figlia Paola, della lettera di una sua amica suora con cui aveva uno stretto rapporto di amicizia che, non potendo essere presente, ha voluto ringraziarlo pubblicamente per la testimonianza di vita cristiana che ha saputo offrire. Gli amici e le persone che lo hanno conosciuto, ne hanno apprezzato la serietà, l’affidabilità e quel suo modo fatto di allegria e semplicità. “Lo scout considera suo onore meritare fiducia” dice il primo articolo della legge scout e di fiducia ne ha saputo meritare sempre tanta. “Lo Scout è sempre pronto a servire il prossimo” dice il terzo articolo dela Legge scout e Augusto non si è mai tirato indietro quando bisognava dare una mano per aiutare qualcuno in difficoltà. “Lo scout è amico di tutti e fratello di ogni altro scout (e guida)” dice un altro articolo della Legge scout e Augusto è sempre stato un amico sincero e leale con tutti e ha particolarmente sentito forte la fratellanza che lega tutti gli scout e le guide. Se era molto facile relazionarsi con lui, non sempre era facile seguirlo nelle sue iniziative perchè, da inguaribile ottimista quale era, per lui non esistevano problemi irrisolvibili o difficoltà insuperabili, e togiere IM alla parola IMPOSSIBILE, come viene rihiesto ad uno scout, per lui era la cosa più natuale e ovvia che ci fosse. Certo a volte questo suo modo di operare sembrava più incoscienza che coraggio, ma alla fine con quel suo onnipresente sorrisetto ti faceva capire che ancora una volta il suo approccio era stato vincente.
Bisogna riconoscergli di essere riuscito a dare
alla propria vita la concretizzazione del motto“Semel Scout Semper
Scout “ (in italiano Scout una volta, Scout per sempre, in inglese
Once Scout, Forever Scout) che indica come chiunque abbia pronunciato
la Promessa Scout resterà Scout per sempre.
Quello che stupisce della vita di persone come Augusto è come la loro straordinarietà venga da loro vissuta come totale normalità e come nonostante successo e prestigio acquisito non venga mai meno l’umiltà e la semplicità nei rapporti interpersonali. Tornando a casa in auto con una persona cresciuta nell’ambito della “Comunità della Ponticella” di cui Augusto era stato tra i promotori, ad un certo punto dei nostri discorsi sulla nostra vita mi ha detto: “se riuscissimo a vivere almeno una parte della vita di come è stata vissuta da Augusto sarebbe sicuramente una vita ben vissuta”. Ecco nel salutare e ringraziare Augusto per quello che ci ha offerto e testimoniato, non possiamo che ricordarci che “per uno scout e guida” vivere una buona vita, con semplicità e umiltà, mettendo a disposizione degli altri i nostri talenti, grandi o modesti che siano, è l’obiettivo da perseguire. Ciao Augusto! Virgilio Politi © 2019
Il ricordo di Augusto Baietti scritto da Paolo Zoffoli
Ciao Augusto.
Ieri, quando in tanti ti hanno salutato nella tua chiesa, ho ricordato le prime occasioni di incontro tra noi, alla fine degli anni 60. Eravamo in mezzo ad un altro cambio d’epoca: per noi, per la società, per la Chiesa ed anche per la nostra Associazione (allora l’ASCI).
Erano tempi di travaglio, di novità incalzanti che mettevano fuori fuoco idee e posizioni fino ad allora vissute con sicurezza e solidità: tempi di post-Concilio, di rivoluzioni sociali, di radicali modifiche -etiche e non solo- del sentire comune. Anche in Associazione vivemmo forti conflitti perfino con rotture di amicizie personali e fratture che non sono forse completamente risolte neppure dopo 50 anni.
Non eravamo, allora, dalla stessa parte. Le sintonie erano diverse e non solo per la differenza di età; io avevo 20 anni e tu -persona già matura- forse per l’esperienza e le frequentazioni tue con persone davvero “profetiche” sapevi intuire meglio di tanti di noi i segni dei tempi che stavano cambiando. Ricordo di allora il tuo stile di essere, come persona e come capo nella regione: quanto ti stesse a cuore adoperarsi perché le diverse idee e opinioni fossero prima rispettate, quindi motivate e comprese da ciascuno.
Pur con una tua personale visione delle cose -in città o in regione come nel gruppo e in Squadriglia – ci hai insegnato, nel servizio a tutti come responsabile, ad avere nel cuore ciascuno e a sentirti parte diognuno di noi.
Ogni idea ogni punto di vista merita il rispetto e, per il servizio di responsabilità e cura che stavi vivendo, era tuo dovere farle comprendere anche a chi dissentiva senza per questo rinunciare all’esercizio delle scelte, nella responsabilità e con la sapienza dell’equilibrio, del buon senso. Quando in chiesa d. Giovanni ti ha ricordato come “costruttore di pace” forse intendeva proprio questo: hai sempre avuto cura, con pazienza ma senza incertezze, di promuovere la composizione dei conflitti sforzandoti di trovare ed indicare agli altri quanto di positivo poteva essere accettabile
anche da chi era di parere diverso.
Ora sei in compagnia di Giovanni Catti (che tanto ti è stato amico) insieme a Enrico Dalmastri, don Nunzio Gandolfi e ai tanti e tante con i quali, attraverso molti servizi, hai voluto bene allo scautismo della tua città e della nostra regione.
Tutti ti hanno e ti abbiamo stimato sempre, al di là delle diversità del momento, per la lealtà e la fiducia che sapevamo poter riporre in te sapendo che ci avresti sempre considerati come “tuoi” ed avresti fatto per noi il miglior bene possibile.
Grazie Augusto.
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