Cento anni di scautismo cattolico. Uno di quei passaggi storici che inevitabilmente diventa uno snodo e richiede alla più significativa realtà scout italiana di fermarsi, rileggere il tempo trascorso, osservare il momento presente e rilanciarsi per affrontare il prossimo secolo, esercitando quella visione profetica che altre volte nel suo cammino ha saputo darle respiro di novità e lungimiranza.
Sono quasi trecento i capi che da tutta italia hanno raggiunto Assisi per partecipare al Convegno del centenario dello scautismo cattolico. Responsabili di Zona, Responsabili Regionali, incaricati nazionali e vertici dell’Associazione. Sulla scia del messaggio trasmesso da Papa Francesco sono stati chiamati a costruire ponti. Per dare corpo alla riforma Leonardo sono stati convocati a partire dalle zone, il livello che oggi più che mai viene posto al centro dell’azione e dell’attenzione della nostra Associazione. Sono ad Assisi per tre giorni di ascolto ed elaborazione, per seminare qualcosa che permetta di guardare oltre l’orizzonte del primo secolo.
Dalla nostra regione sono partiti per dare il loro contributo i Responsabili e l’Assistente regionali, gli Incaricati al Coordinamento metodologico e 24 tra Responsabili e Assistenti di Zona a rappresentare quasi tutte le nostre 13 zone.
Ad inaugurare i lavori ed ispirare un percorso realmente orientato dallo Spirito Santo ci ha aiutato ieri sera S.E. Card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, che nel Duomo di San Rufino ha proposto una lectio sul testo dei primi versetti del Vangelo di Giovanni. “Accogliere la luce del mondo”: qual è il punto per noi capi cristiani in una società che distrae portandoci “a pensare solo al come e non al perché della nostra vita”? Chiedersi il perché, chiederci in continuazione dove siamo è la domanda fondamentale che è scritta dentro di
noi, nessuna distrazione può veramente cancellarla. Ed è la domanda che ci permette di non trasformare la nostra vita in “un congegno di nascondimenti”, alibi e scuse pronte per non cercare i motivi profondi del nostro vivere.
Dopo cena l’apertura ufficiale con il saluto di Capo Guida e Capo Scout e poi dei Presidenti del Comitato nazionale, che hanno esortato a vivere al meglio il Convegno, definendo lo scautismo con le parole di don Basadonna, come un’occasione preziosa per prenderci cura di questo “dono di Dio alla storia di questo paese”.
Il dialogo tra i relatori, moderati da Niccolò Carratelli, ha raccontato da vari punti di vista il tempo di grande cambiamento che viviamo. Mons. Antonio Napolioni ha sottolineato la spinta riformatrice di Papa Francesco, che “sta oggi dando corpo alle intuizioni eccezionali del Concilio Vaticano II”. E dopo anni di lavoro sulla catechesi ci ha esortato, come orientamento per il futuro, a lavorare sulla evangelizzazione. Gli spunti offerti dalla teologa dott.ssa Serena Noceti hanno enfatizzato alcuni punti di forza che abbiamo a disposizione, particolarmente il ruolo dei laici che oggi più che mai sta diventando centrale, un ruolo di responsabilità vera, non di semplice collaborazione. Con una particolare attenzione alla diarchia e al ruolo della donna, su cui lo scautismo ha saputo essere profetico. Provocatorio il prof. Silvano Petrosino dell’Università Cattolica di Milano, che ha insistito sul controsenso di porsi domande sull’integrare fede e vita. Tutto quello che dobbiamo fare è saper “rendere ragione della nostra fede”, impegno certamente difficile nella “società che ci considera dei matti”, ma che non richiede di integrare nulla, solo di essere consapevoli che la fede è vita e dobbiamo semplicemente renderne conto.
I lavori del sabato mattina sono ricominciati, dopo la preghiera, con la relazione di Gualtiero Zanolini sull'”l’identità pedagogica dello scautismo”, che ha sottolineato come, al di là del metodo, il senso dello scautismo sia profondamente pedagogico e come esista un “bosone del fondatore”, cuore e misura che ci può confermare la qualità dello scautismo che facciamo.
A seguire l’atteso intervento di padre Federico Lombardi, ex capo della sala stampa vaticana, sulla “identità dello scautismo cattolico”, durante il quale ha proposto una riflessione su cosa possa e debba essere lo scautismo nella Chiesa e cosa debba e possa essere la Chiesa come pellegrina nello scautismo.
Paolo Vanzini, foto di Valeria Cacciotti.
Potete seguire il Convegno in diretta twitter da Assisi con l’hashtag #convegnocentenario.
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