TERREMOTO: DIARIO 23 MAGGIO 2012
(a cura dell’inc. Comunicazione Agesci Emilia Romagna)
Sono trascorsi poco più di 4 giorni e la terra continua a tremare. L’emergenza è tutt’altro che passata.
Oltre alla conferma della gravità della situazione dai gruppi abbiamo raccolto il grande disagio delle famiglie che ancora non sono tornate nelle loro case e hanno trovato ospitalità da amici e parenti mentre le tendopoli, in questi primo giorni, sono occupate soprattutto da anziani e persone sole.
Molte persone hanno dovuto lasciare le proprie case per inagibilità delle stesse, per verifiche strutturali o semplicemente per paura, una paura che sembra non passare e che blocca il rientro della gente nelle case agibili.
Molte chiese, luoghi simbolo dei nostri incontri e uscite sono crollati.
Già dalla giornata di domenica i nostri gruppi scout sono stati attivi per portare aiuti e soccorsi alle persone colpite e per supportare le esigenze logistiche per dare ricovero e nutrimento agli sfollati.
Come settore comunicazione e stampa siamo in costante contatto con i responsabili delle zone più colpite e con i nostri incaricati alla protezione civile, che ci aggiornano sulla situazione in continua evoluzione.
Di seguito riportiamo le informazioni che siamo riusciti a recepire, scusandoci fin da subito se omettiamo di citare più di una persona o gruppo che in silenzio svolge la propria parte per dare un aiuto.
PROTEZIONE CIVILE
La protezione civile regionale Agesci Emilia Romagna è stata da subito allertata e ha cominciato già da domenica sera a costituire le squadre di volontari, chiedendo ai responsabili di zona di raccogliere le disponibilità. Le squadre delle zone direttamente interessate dal sisma sono subito intervenute su mandato del coordinamento provinciale protezione civile.
Ieri, si è costituito il CCS (Centro Coordinamento Soccorso) regionale, con sede a Modena con il compito di raccogliere le necessità da parte dei vari COC (Coordinamento Operativo Comunale) e veicolare mezzi e aiuti necessari. All’interno della struttura logistica regionale operano dei capi Agesci di Carpi. Le nostre squadre di volontari saranno coordinate da questo centro che ha già inviato a Medolla una serie di capi con funzione di animazione di bambini.
Il nostro incaricato regionale alla protezione civile ha effettuato nei giorni scorsi diversi sopralluoghi per rendersi conto di persona della situazione e raccordarsi con le squadre già operative sul territorio.
ZONA DI CARPI
La zona di Carpi è stata pesantemente colpita e i gruppi di Medolla e Mirandola sono stati direttamente toccati dagli eventi. A Mirandola è stato attivato un Centro Operativo Comunale e sono stati allestiti tre campi di accoglienza per circa 2000 persone. I gruppi di Mirandola sono stati coinvolti fin dalle prime ore per fornire supporto alla popolazione, attivati direttamente dall’amministrazione comunale e i membri della pattuglia di zona della Protezione Civile sono entrati a far parte del coordinamento. Allo stesso modo a Medolla il sindaco ha chiesto al gruppo locale di organizzare l’accoglienza degli sfollati, attuando una stretta collaborazione. Le squadre della protezione civile Agesci della zona sono state attivate dalla consulta provinciale per il volontariato per fornire servizio anche nelle altre località della provincia colpite dal sisma.
Impariamo che la notte del terremoto un branco di lupetti del gruppo Mirandola 1 dormiva nella canonica di San Felice di fianco alla chiesa che poi è crollata. Sono stati bravi i capi a rendersi conto della situazione e a portare fuori tutti. Anche un clan di Mirandola era presente, fortunatamente in tenda, a Finale Emilia quando si è verificato il sisma.
ZONA DI BOLOGNA
Non ci sono gruppi in zone particolarmente colpite dal sisma. Circa 30 capi hanno dato disponibilità per le squadre della protezione civile.
Il gruppo di Cento è attivo nel prestare servizio continuativo in due mense allestite a Cento e Casumaro.
Capi di Pieve di Cento hanno prestato servizio nella vicina San Carlo.
L’impegno degli scout è stato ripreso mercoledì 23 maggio con un servizio a tutta pagina sul Resto del Carlino Bologna con intervista al Responsabile di zona.
ZONA DI MODENA
L’ AGESCI è presente da domenica mattina, fin dai primi momenti della scossa più grande, con una squadra e altri capi presenti in squadre miste, che ruotano su turni di otto ore e lavorano nella costruzione delle tendopoli, soprattutto a San Felice sul Panaro.
I capi dei gruppi colpiti sono sempre stati in contatto con la zona e con la Protezione civile attraverso l’incaricato di zona.
Gli Assistenti ecclesiastici delle Zone di Modena e Modena Pedemontana hanno visitato le zone terremotate e celebrato la S. Messa nella giornata di lunedì.
Oltre ai capi impegnati nelle squadre della PC, tutti i capi e gli RS dei gruppi colpiti si sono subito e autonomamente adoperati nelle operazioni di soccorso con competenza e spirito di servizio.
Particolarmente intenso è il dolore che i capi esprimono per il crollo di tante chiese, in alcuni paesi come San Felice sono tutte inagibili, una perdita che non è solo materiale in quanto è venuta a mancare la possibilità di ritrovarsi nella casa comune, nel luogo della preghiera e della solidarietà, in un momento di così grande difficoltà.
Il crollo delle chiese e dei monumenti costituisce una ferita collettiva che si aggiunge alle ferite e ai dolori personali.
ZONA FERRARA
Il gruppo scout di Casumaro è stato molto colpito anche perché molti dei capi e dei ragazzi vivono a S. Agostino o a S. Carlo, i paesi maggiormente toccati dal sisma nella provincia ferrarese.
In particolare a San Carlo (a 2 Km dal capoluogo Sant’Agostino) molti abitanti hanno visto le proprie abitazioni/garage/cortili invase dal fango fuoriuscito dal terreno attraverso fenditure del sisma e pozzi, lungo i quali tale materiale si é incanalato verso la superficie.
La grande necessità di aiuto e la vacanza di personale della protezione civile ha fatto sì che, anche su sollecitazione degli scout, capi e RS si sono organizzati per liberare dal fango strade e case della frazione di san Carlo.
Il referente unico per tutte le squadre e per la raccolta di eventuali adesioni di cittadini volontari dal paese e anche da fuori, su nomina del Sindaco, è stato il Capo Clan del Casumaro 1.
Il lavoro è stato svolto sempre su autorizzazione del Sindaco e del Responsabile del COC (Coordinamento Operativo Comunale) con la collaborazione dei Vigili del Fuoco e di un incaricato comunale che raccoglieva le richieste di aiuto e le segnalava alle squadre di volontari presenti.
Il lavoro nelle giornate di martedì e mercoledì ha coinvolto molti scout del luogo o delle vicinanze (anche grazie al tam tam su facebook) che armati di badile, guanti e carriole hanno rimosso il fango dal paese. Sono stati presenti capi del Casumaro 1, Ferrara 3, Ferrara 4, Ferrara 5, Ferrara 6 e Delta del Po.
Nello specifico il lavoro delle squadre è consistito nell’aprire le vie di accesso al lavoro dei mini-escavatori dei vigili del fuoco e procedere direttamente alla pulizia/asporto del fango nei luoghi dove non c’era spazio per il lavoro delle macchine operatrici. Da questa sera tutto quanto si è dovuto fermare perché si è giunti al limite di un quartiere particolarmente colpito nel quale i vv.ff. non hanno consentito l’accesso. dicono che potrebbe venire anche dichiarato “zona rossa”. Telestense ha mandato in onda nella giornata odierna di mercoledì un servizio televisivo.
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