Lettera di Giacomo Gambi, Clan Alisei Imola 2
Indignazione. Indignazione. Non c’è sentimento diverso che oggi provo come giovane e come cittadino italiano.
L’Italia soffre, troppe famiglie non arrivano più alla fine del mese, la crisi economica porta licenziamenti che colpiscono prima di tutto noi giovani (la disoccupazione giovanile è al 29%, contro una media UE del 20%), neolaureti inviano i curricula presso ogni tipo d’ufficio sentendosi rispondere “le faremo sapere”, ci vengono proposti lavori in nero, contratti a tempo determinato, co.co.co., co.co. pro…, va bene essere flessibili ma non potete condannarci eternamente al precariato. Si lasciano in sospeso i sogni: la famiglia, i figli, quando potremo farli, a quarant’anni?
Il Ministro Padoa-Schioppa ci definì bamboccioni”, e a ragione, ma non aggiunse che la colpa non è nostra, la causa è di una società gerontocratica, di monoliti non disposti a farsi da parte. Siamo
una generazione in attesa, in fila, che aspetta di essere ascoltata, di essere considerata, di essere valorizzata e messa alla prova per quello che ha studiato.
A rappresentarci una classe dirigente che cerca di mantenere lo status quo e l’esempio che ci sta dando la politica in questo momento fa rabbrividire. Fare politica significa: servire, fare il bene della polis, della comunità, “lasciare il mondo un po’ migliore di come lo si è trovato”, “adempiere con disciplina ed onore” (art. 54 Cost.).
Oggi invece ha assunto il significato di privilegio: essere eletti è fare il bene di pochi, promettere e non mantenere, avere i soldi per pagare donne disposte a sotterrare la dignità, vendendo il
proprio corpo. Ma non siamo tutte veline e ragazzi che pur di apparire entrano al Grande Fratello; i preparati e gli inventivi ci sono, dobbiamo solo mettere a frutto queste qualità (la prova più
evidente è che quelli di noi che vanno a lavorare all’estero riescono subito ad emergere). I giovani devono riuscire a trasformare il loro essere indignati e tendenzialmente portati a distruggere il
presente, in forza di cambiamento edificatrice di un futuro migliore. Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appiattita.
Questo potrà rendersi possibile solo se ad accompagnarci in questo percorso avremo guide etiche e morali, laiche e religiose che vogliano investire sul nostro futuro. A noi giovani, d’altra parte, sta spenderci e cercare di prendere il nostro posto nel mondo seguendo ciò che dice Mark Twain: “Tra vent’anni – quando non sarete più giovani – sarete più delusi per le cose che non avrete fatto che per quelle che avrete fatto. Quindi mollate le cime, allontanatevi dal porto sicuro, prendete con le nostre vele i venti, esplorate, scoprite, sognate”
3 Replies to "I dolori di un giovane rover - Leggi e commenta anche tu!!!"
Nicolini Romano 21 Maggio 2011 (21:11)
Caro Giacomo, condivido in pieno il tuo sfogo ma non condivido la finale che lasci trapelare : “Voi adulti fate qualcosa”.
Io dico : ” Noi giovani facciamo qualcosa”.
Quando avevo la tua età , pur di arrotondare lo stipendio, andavo a raccogliere la carta negli uffici e la rivendevo alle cartiere.
Ti sentiresti di fare una cosa come questa o simile?
Ricorda bene: non è il lavoro che è più o meno nobile ma il MODO con cui si lavora che ci fa essere simili a Dio.
Paolo 22 Maggio 2011 (11:19)
Ciao Giacomo,
sono Paolo della CoCa di San Mauro . Ti rispondo logicamente personalmente e non a nome della CoCa a cui appartengo. Concordo totalmente con te riguardo al fatto che abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che guardi in maniera diversa e più concreta, ai bisogni giovanili. Mi dissocio però completamente dalla tua tendenza a fare, come si dice, “..di tutta un’erba un fascio”. E’ vero che negli ultimi tempi non si è sentito parlare altro che di scandali del Premier,o di facili posti di lavoro nel mondo dello spettacolo, avuti non sempre in maniera chiara e corretta…ma non si può puntare il dito contro tutti..non tutti i politici pagano per avere prestazioni sessuali,e non abbiamo il diritto di puntare il dito contro ragazze come le veline che non sono li perchè si sono prostituite o almeno non possiamo generalizzare o testimoniare quanto dici….il tuo giudizio mi è sembrato originato da idee che nulla hanno di obbiettivo ma piuttosto provengono da una esatta matrice politica.Ora tutti quanti noi siamo liberi di esprimere il propio pensiero ma come scout non dobbiamo politicizzarlo….dobbiamo rispettare il prossimo e parlando così in maniera indiscriminata , tu non lo fai.Scusa se in qualche modo sono apparso offensivo e se così è stato mi scuso. Ti mando una stretta di mano alla scout maniera….ciao Paolo.
giacomo gambi 17 Giugno 2011 (13:08)
1)Io non ho assolutamente detto che gli adulti debbano fare qualcosa per noi; anzi, ho scritto che siamo noi a dover salpare, guidando da soli la nostra canoa, conquistando il nostro posto nel mondo, perchè se dobbiamo aspettare che sia qualcuno a spingerci (cosa che comunque non sarebbe giusta) la vedo lunga. E in quel “guide” che scrivo, è implicito il riferimento ai capi scout (ma anche ai genitori, ai professori…) che possono aiutarci a camminare nella strada che abbiamo scelto, o che dobbiamo scegliere.
2)Per quanto riguarda il lavoro, credo (come qualcuno prima di me ha detto) che sia l’unico modo per nobilitare l’uomo, la parte di possibilità che ciascuno di noi ha di trasformare il mondo in cui vive. Non credevo fosse necessario scriverlo ma visto che sono chiamato in causa dico solo che sono al primo anno di giurisprudenza e per ora ho avuto la possibilità di studiare solamente, e di non lavorare, ma non mi permetterei mai di metterci più di 5 anni a finire l’università visto che so quanta fatica fanno i miei genitori per farmi studiare. Poi certo il lavoro arriverà, spero.
3)Tu Paolo dici che faccio di tutta l’erba un fascio poi dici che le mie idee hanno una matrice politica e le 2 cose sono in contraddizione (se propenso verso una parte politica è chiaro che non penso siano tutti uguali); basti qui dire che, sì, ho un’idea politica abbastanza precisa e ritengo che in Parlamento e nelle città ci siano amministratori capaci che “adempiono con disciplina e onore”. Ritengo anche che le veline non siano tutte lì perchè si sono prostituite, dico però che se avessero più dignità non si mettrebbero in perizoma davanti a tutta Italia (e il nostro Paese sarebbe diverso se la televisione fosse diversa etc etc…).
4)Per concludere, Paolo, credo sia necessario sottolineare che io non giudico (c’è solo Una Persona che può farlo) ma credo che certi atteggiamenti della politica di oggi rappresentino un’Italia che non è quella in cui vorrei vivere e vorrei solo fosse diversa; e con l’impegno di tutti noi, che tutti i giorni ci arrovelliamo per far capire ai ragazzi quali sono i valori in cui credere, prima o poi l’Italia sarà migliore.
5)L’ultima cosa: parli di “politicizzare”,termine quanto mai abominevole (o almeno sembra da come lo usi). Io credo che “fare politica” sia fare il bene della polis, della comunità (come ho scritto) ed è quindi qualcosa di positivo, che dovrebbe essere un punto di tutte le carte di clan (punto che, quest’anno finalmente, abbiamo inserito anche in quella del mio gruppo).
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